Regia:
Ermanno Olmi
Anno di produzione: 2014
Durata: 80'
Tipologia: lungometraggio
Genere: drammatico/guerra/storico
Paese: Italia
Produzione:
Cinemaundici,
Ipotesi Cinema; in collaborazione con
Rai Cinema
Distributore:
01 Distribution
Data di uscita: 06/11/2014
Formato di ripresa: 35mm, pellicola Kodak
Formato di proiezione: 4K, colore
Ufficio Stampa:
Viviana Ronzitti /
01 Ufficio StampaTitolo originale: Torneranno i Prati
Altri titoli: 15-18 l'Italia in Guerra - 15-18 la Grande Guerra
Recensioni di :
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TORNERANNO I PRATI - L'inutilità della GuerraSinossi: Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata.
Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove
la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te.
Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore.
Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto.
E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento.
Sito Web:
http://Ambientazione:
Altopiano dei Sette Comuni, Asiago (VI) / Dosso di Sopra Val Formica ‐ Cima Larici / Località Sabt'Antonio ‐ Valgiardini / Via Villa Rossi ‐ Valgiardini
Periodo delle riprese:
Gennaio 2014 - Febbraio 2014"Torneranno i Prati" è stato sostenuto da:
Regione Veneto (Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo)
Vicenza Film Commission
Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) (Interesse Culturale)
Presidenza del Consiglio dei Ministri (Struttura di Missione per la Commemorazione del Centenario della Prima Guerra Mondiale)
Banca Popolare di Vicenza (Tax Credit)
Edison (Protocollo Edison Green Movie)
Nonino Distillatori (Tax Credit)
Note:
14 - 18
2014. Cento anni dall'inizio della Prima Guerra Mondiale
Cento anni di storia che si allontanano sempre più nel passato mentre il fiume del tempo avanza sotto i ponti del progresso che inesorabilmente sbiadisce ogni altra memoria.
Tuttavia ci sono momenti in cui una data sul calendario, un titolo di giornale, una fotografia, smuovono ricordi sopiti che si chiamano tra loro, irrompono nel nostro tempo da protagonisti e giustamente pretendono d’essere riconosciuti e risarciti del loro valore speso per noi: primo fra tutti, la vita. Mio padre aveva 19 anni quando venne chiamato alle armi. A quell'età, l'esaltazione dell'eroicità infiamma menti e cuori soprattutto dei più giovani.
Scelse l’Arma dei bersaglieri, battaglioni d'assalto, e si trovò dentro la carneficina del Carso e del Piave, che segnò la sua giovinezza e il resto della sua vita. Ero bambino quando lui raccontava a me e a mio fratello più grande, del dolore della guerra, di quegli istanti terribili in attesa dell'ordine di andare all’assalto e sai che la morte è lì, che ti attende sul bordo della trincea.
Ricordava i suoi compagni e più d’una volta l’ho visto piangere.
Della 1a Guerra Mondiale non è rimasto più nessuno di coloro che l’hanno vissuta e nessun altro potrà testimoniare con la propria voce tutto il dolore di quella carneficina. Rimangono gli scritti: quelli dei letterati e quelli dei più umili dove la verità non ha contorni di retorica.
Ermanno Olmi