SPECIALE DAVID DI DONATELLO 2025 - Le novità, le sorprese
La premiazione dei
David di Donatello 2025 ha evidenziato una novità assoluta, storica, rispetto a tutte le precedenti edizioni. Non solo
Maura Delpero è la prima donna ad aver vinto il
David come Miglior Regista con "
Vermiglio" (negli anni, solo 8 donne sono state nominate per questa categoria, Francesca Archibugi e Alice Rohrwacher due volte) ma i
premi come miglior esordio e
miglior documentario sono stati entrambi vinti da due donne:
Margherita Vicario per "
Gloria!" e
Francesca Mannocchi per "
Lirica Ucraina", due opere notevoli. Tra l’altro, se Vicario era l’unica donna in cinquina, in quella del cinema del reale c’erano ben 4 cineaste (anche Sonia Bergamasco, Antonietta De Lillo e Costanza Quatriglio)!
Quindi in tutto, nelle tre categorie di registi (migliore regia, esordio e documentario), quelle considerate più importanti, sono state nominate 8 donne su 15. Non solo, ma
Vermiglio raccoglie in tutto ben 7 statuette, "
L’Arte della Gioia" di
Valeria Golino e il già citato
Gloria! ne vincono tre ciascuno. Una vera rivoluzione che andrà però analizzata più a fondo nella seconda parte del nostro dossier, perché altri fattori tendono purtroppo a ridimensionare questo legittimo entusiasmo.
Lo scorso anno è stato introdotto un premio che non figura nel palmares finale dei
David di Donatello ma che non è per questo meno prestigioso: il
David Rivelazioni Italiane, nato dalla collaborazione dell’Accademia con l’Area Cinema della Fondazione Sistema Toscana, che mette in luce 6 giovani attori (3 donne e 3 uomini), votati da una commissione dopo una preselezione a cura dell’Unione Italiana Casting Director con associazioni del settore. La seconda edizione ha evidenziato una scelta forse ancora più mirata, premiando anche due attrici successivamente nominate dall’Accademia nella massima categoria degli attori:
Celeste Dalla Porta ("
Parthenope") e "
Tecla Insolia", straordinaria interprete di "
L'Arte della Gioia", addirittura vincitrice del David 2025 come migliore attrice protagonista dell’anno.
Quest’anno invece, logico proseguimento del
David Rivelazioni, è stato creato un nuovo
Premio David di Donatello per ricompensare i migliori direttori di casting della stagione. Osservando le 15 opere preselezionate nella shortlist di questa categoria, si evince che vengono privilegiate da una parte le opere corali che coinvolgono molti attori per il loro ampio respiro (le serie "
Dostoevskij", "
L’Arte della Gioia"…) o per la loro struttura narrativa ("
L’Abbaglio", V"
ermiglio"…), dall’altra, film dalla produzione più modesta per i quali si vuole mettere in luce l’alto livello di recitazione complessiva anche se di un numero più ridotto di interpreti ("
Ciao Bambino", "
El Paraiso"…). La rosa finale delle candidature, rappresentativa di queste tendenze, pare ineccepibile: "
Berlinguer. La Grande Ambizione", "
Familia", "
Gloria!", "
L’Arte della Gioia" e "
Vermiglio", quest’ultimo vincitore della prima statuetta della nuova categoria.
Quest’anno segna anche la prima volta delle shortlist delle categorie più “tecniche”, quelle degli artigiani del cinema, che nascono dalle segnalazioni di circa 500 giurati dell’Accademia, tra acconciatori, truccatori, costumisti, scenografi, arredatori, compositori, professionisti del suono, autori di effetti visivi, casting director. Rimangono fuori le categorie professionali più “nobili”: oltre ovviamente a regia e interpretazione, i premi alla sceneggiatura (originale o adattata) e alla fotografia ma anche il premio alle canzoni originali, tutti sottoposti direttamente al voto dell’Accademia.
Tuttavia, queste shortlist sono state fuorvianti per coloro che pensavano che potessero costituire delle prime indicazioni sulle nomination e tantomeno sui premi finali. Con 8 segnalazioni su 8 categorie si sono distinti 3 film: "
Berlinguer - La Grande Ambizione" e
Parthenope, che difatti hanno poi avuto il più alto numero di candidature (15) ma anche "
L’Abbaglio" di Roberto Andò che, però, è rimasto completamente fuori dalle nomination. Fra le altre opere con numerose segnalazioni, diverse sono rimaste molto indietro e i loro autori delusi, in particolare "
Il Treno dei Bambini" di Cristina Comencini (7 segnalazioni / una sola candidatura) e "
Finalmente l’Alba" di Saverio Costanzo (6 segnalazioni / nessuna candidatura).
Francesca Comencini. invece, con "
Il Tempo che ci Vuole", il bell’omaggio al padre Luigi, ha ottenuto “solo” quattro segnalazioni tecniche nessuna delle quali trasformatasi in candidatura… ma ha intascato ben 6 candidature fra quelle più prestigiose (film, regia, sceneggiatura, attori protagonisti)… per poi ripartire dalla premiazione a mani vuote. Poco male tuttavia rispetto a
Paolo Sorrentino che delle 15 candidature non ha ottenuto il minimo premio, sebbene non abbia assistito a questo fiasco storico visto che ha disertato sia l’incontro al Quirinale con il Presidente Mattarella la mattina, sia la cerimonia ufficiale la sera. All’opposto, "
Le Déluge, Gli Ultimi Giorni di Maria Antonietta", di Gianluca Jodice, candidato a quattro statuette (scenografia/costumi, trucco/acconciatura) le ha vinte tutte!
Alla fine, "
Vermiglio" ha quindi fatto incetta di
Premi David di Donatello. Il Leone d’Argento vinto a Venezia è stato sicuramente la mossa vincente mentre la partecipazione di "
Parthenope" al concorso del Festival di Cannes ha senz’altro contribuito al suo bell’incasso in sala, il migliore della sua carriera in patria, ma non ha avuto effetti sui David. Così come era stato preferito dalla apposita commissione il film di
Maura Delpero a quello di Sorrentino per rappresentare l’Italia agli Oscar.
Da notare infine, il settimo David di
Aldo Signoretti come acconciatore e il sesto di
Massimo Cantini Parrini come costumista (entrambi per "
Le Déluge") nonché di
Elio Germano (uno straordinario Berlinguer) come migliore interprete. Di quest’ultimo, oltre a quelli delle tre registe premiate, da apprezzare i discorsi più calzanti ed emozionanti della cerimonia di premiazione.
12/05/2025, 16:51
Alain Bichon