Fondazione Fare Cinema
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locandina di "Il Nostro Paese"

Cast


Soggetto:
Matteo Parisini

Sceneggiatura:
Matteo Parisini

Musiche:
Denis Feletto

Montaggio:
Matteo Parisini

Fotografia:
Erika Rossi
Lorenzo Cioffi
Luca La Vopa
Roberto Beani

Suono:
Francesco Amodeo (Presa Diretta)
Massimiliano Borghesi (Presa Diretta)
Alessandro Gaffuri (Presa Diretta)
Corrado Riccomini (Presa Diretta)
Sansone Tacconelli (Presa Diretta)
Eric Guerrino Nardin (Mix)

Produttore:
Lorenzo Cioffi

Color Correction:
Giuseppe "Beppe" Leonetti

Il Nostro Paese


Regia: Matteo Parisini
Anno di produzione: 2019
Durata: 8X20’/52’
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia
Produzione: Ladoc srl, Isola Film, Ghirigori, Associazione Culturale Purple Road Pictures; in collaborazione con TV2000
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: DCP, colore
Ufficio Stampa: GDG Press
Titolo originale: Il Nostro Paese
Altri titoli: Nati Qui - Our Home

Sinossi: Il film racconta le vite e le aspirazioni di otto ragazze, testimoni esemplari di quel milione circa di giovani nati in altri paesi che hanno trovato la propria casa in Italia. Insaf, Alessia, Marya, Anna, Sabrine, Ihsane, Ana Laura e Rabia vivono e studiano in Italia, parlano naturalmente italiano, condividono abitudini e costumi dei loro coetanei: essere italiani è per loro una condizione di fatto. Contribuiscono attivamente alla costruzione della società civile, sono perfettamente integrate nel nostro tessuto sociale ma senza un documento che lo possa testimoniare perché lo Stato nega loro il riconoscimento formale della cittadinanza. La politica ne discute da anni, cercando senza successo una legge che regolamenti la materia.

Da nord a sud, da Trieste a Napoli passando per Reggio-Emilia e Barletta, Il nostro Paese segue la loro vita quotidiana, la difficile e odiosa condizione di perenne incertezza di chi si ritrova ad essere “quasi italiano”, fra sogni da realizzare e una precarietà che mette a rischio la possibilità di essere felici. C’è Alessia, diciannovenne nata in Russia ma cresciuta in Italia dove è arrivata all’età di tre anni. È cintura nera di taekwondo, ha vinto due coppe e gareggia sia a livello nazionale che internazionale ma non può partecipare alle Olimpiadi con la Nazionale Italiana. C’è Ana Laura, origini brasiliane, a Trieste dall’età di due anni. Studia all’università ma non può fare l’Erasmus. C’è Anna, nata a Napoli da genitori senegalesi, che a 18 anni ha perso l’occasione per richiedere la cittadinanza per motivi burocratici e da allora deve rinnovare ogni anno il permesso di soggiorno. Ogni anno da otto anni. E ci sono le altre, ognuna con le proprie aspirazioni, gioie, difficoltà quotidiane.

A sentirle rispondere su articoli della Costituzione a un esame universitario, riflettere sulla diversità come condizione essenziale della crescita individuale e collettiva e immaginare con fiducia, nonostante tutto, il loro futuro qui, vien da pensare che forse i veri stranieri oggi siamo noi italiani riconosciuti, estranei a noi stessi, al nostro passato di emigranti e di popolo accogliente. Estranei a quella carta costituzionale che regola il nostro vivere civile da oltre 70 anni e immemori del contesto storico che portò a scriverla quella carta. Eppure, Il nostro Paese, come le sue protagoniste, non cede al pessimismo e si trasforma in un’occasione per esplorare la provincia italiana: la vita reale di un paese che si rivela a volte migliore rispetto a quanto il racconto mediatico dipinge quotidianamente, un paese capace di offrire sorprendenti e concrete pratiche di integrazione.

Insaf, Alessia, Marya, Anna, Sabrine, Ihsane, Ana Laura e Rabia, “straniere per la burocrazia”, rappresentano una generazione che ha già compreso che la globalizzazione non è un processo che si può ostacolare ma una condizione definitiva. E che la diversità è uno strumento per comprendere la complessità del presente e così crescere, evolversi. Fedele al proprio impegno a raccontare la realtà attraverso il documentario narrativo e a valorizzare punti di vista nuovi su temi, storie e personaggi di rilevanza sociale e di attualità, con Il nostro paese la casa di produzione Ladoc dà voce a un autore, Matteo Parisini, che intende stimolare una riflessione condivisa sull’idea di cittadinanza, esplorando la complessità dei concetti di identità e di nazione, a partire proprio da chi si confronta con una molteplicità di identità e un contraddittorio senso di appartenenza.

Sito Web: https://ilnostropaese.com

Ambientazione: Trieste / Napoli / Reggio-Emilia / Barletta / Cremona / Ciano d’Enza (BO) / Bologna

"Il Nostro Paese" è stato sostenuto da:
Regione Puglia
Apulia Film Commission: 15.500 euro (Apulia Film Fund 2018-2020)
Regione Emilia Romagna
Emilia Romagna Film Commission
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Fondo per l'Audivisivo del Friuli Venezia Giulia
Amnesty International
Italiani Senza Cittadinanza


Note:
LE PROTAGONISTE

Alessia, diciannovenne nata in Russia, è arrivata a Reggio Emilia a tre anni. Cintura nera di taekwondo, vincitrice di due coppe Italia junior, un campionato italiano junior e un campionato italiano categoria olimpica senior. Gareggia a livello nazionale e internazionale, ma senza la cittadinanza italiana il suo percorso è bloccato. Il suo grande sogno è la partecipazione alle Olimpiadi con la nazionale italiana.

Ihsane, ventiquattrenne originaria di Casablanca, in Marocco, studentessa al quinto anno di Giurisprudenza. Ihsane abita a Ciano d’Enza, in provincia di Bologna, e oltre a studiare lavora in una cooperativa per richiedenti asilo. Nel tempo libero si dedica al rap e al teatro. Ha fondato anche un’associazione, Re-generation, che si occupa di educazione interculturale nelle scuole e attraverso il rap parla agli studenti di questioni come l’immigrazione, la diversità e la cittadinanza.

Mariya, mediatrice culturale per la ASL di Napoli, arrivata con la madre dalla Bielorussia all’età di 14 anni oggi ne ha trenta. Fa la mediatrice culturale per restituire quanto ha ricevuto e aiutare i “nuovi italiani” nel processo di integrazione. Vorrebbe poter votare.

Insaf, vive a Bologna da quando aveva 3 anni, da genitori tunisini. Oggi ne ha 24. Studia diritto e vuole intraprendere la carriera politica.

Sabrine, nata in Marocco ma cresciuta a Barletta dall’età di 4 anni, ha ricevuto la cittadinanza a 22 anni e ha raccontato tutto il suo percorso – i momenti di frustrazione e scoramento fino al grande sollievo - in un libro che è diventato il riferimento per molti e molte nella sua condizione.

Anna, nata a Napoli da genitori provenienti dal Senegal. Ha perso l’occasione per richiedere la cittadinanza al compimento dei suoi 18 anni per ragioni burocratiche. Oggi ne ha 26, studia economia e va avanti con un permesso di soggiorno da rinnovare anno dopo anno.

Ana Laura, nata in Brasile e arrivata a Trieste all’età di due anni, è cresciuta in un contesto benestante e sereno. Iniziata l’università scopre di cosa significa non avere la cittadinanza italiana –non poter fare il percorso di studi europeo che immaginava, non poter viaggiare liberamente – e da questo momento decide di raccontare la sua esperienza in vlog per i suoi coetanei.


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