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DOGMAN - Il pericoloso ed esaperante fascino del male


In Concorso a Cannes, il film di Matteo Garrone esce oggi nelle sale italiane distribuito da 01. Una storia che prende spunto da un fatto di cronaca ma che spazia tra luoghi e personaggi di fantasia. Grande interpretazione di Edoardo Pesce e Marcello Fonte, nei panni dei personaggi principali, e di tutto il cast scelto dal regista, da Adamo Dionisi a Francesco Acquaroli. Candidato alla Palma D'oro


DOGMAN - Il pericoloso ed esaperante fascino del male
"Dogman" - Matteo Garrone in Concorso a Cannes
Matteo Garrone si conferma un maestro nel raccontare microcosmi degradati. Con "Dogman" torna alla grandezza di "Gomorra", all’angoscia maniacale e all’emarginazione de "L’Imbalsamatore", all’umanità rassegnata di "Reality".

In un zona franca in riva al mare, come direbbe un allievo di Marcello Dell’Orta “sgarrupata”, gli abitanti vivono in un mondo terziario, dove la produttività è ormai assistita e limitata al servizio: un compro oro, una sala slot, ua trattoria e una toletta per cani. Tra pozzanghere e giochi per bambini di un progetto pensato sociale e presto naufragato nel vandalismo e nell’incuria, tutti gli abitanti sono vittime più o meno indifferenti del criminale di quartiere Simoncino, un ex pugile che, con i neuroni bruciati dalle botte e dalla cocaina, terrorizza a suon di pugni e testate chiunque si metta sulla sua strada, anche solo a parole.

La vittima principale è proprio il tolettatore Marcello, dogman, anima buona e delicata che ama i suoi cani e sua figlia. Vittima, ma anche fornitore di cocaina e complice di molte malefatte, di Simoncino dal quale riceve qualche “stecca”. La situazione degenera con l’esasperante prepotenza del pugile il quale mette a segno un colpo che coinvolge un po’ tutto il quartiere creando un esplosivo mix di vittime e complici, di rancori e vendette.

Matteo Garrone prende spunto dalla cronaca di Roma di quello che sembra un lontano febbraio 1988. Un fatto mai chiarito del tutto che portò al ritrovamento di un cadavere torturato e mezzo bruciato e all’arresto e alla condanna di un solo colpevole soprannominato er Canaro della Magliana.
Il film segue in parte la cronaca e per fortuna sceglie di andare a raccontare l’umanità (e la disumanità) dei personaggi o meglio delle persone, tanto sembrano reali questi di "Dogman".

Garrone ci fa respirare l’aria del mare sporco che a poca distanza dalle case bagna e corrode senza sosta costruzioni e uomini. Asciutto come sempre, profondo e puntuale nelle situazioni, ha negli interpreti un forte valore aggiunto. La scelta e la direzione degli interpreti sono perfette per descrivere quel mondo. Marcello Fonte è Marcello, esile dogman che vive per gli animali e per la bambina ma è anche affascinato dai soldi facili e dalla prepotenza di Simoncino, un Edoardo Pesce che ci fa vedere, come di rado accade, come deve lavorare sul personaggio un vero attore. Ottimi anche Adamo Dionisi e Francesco Acquaroli, vicini ai loro ruoli ideali ma con un tocco evidente di originalità e verità.

Il finale è sospeso, con l'istinto dell'animale domestico che mostra al suo padrone la preda lasciandola davanti alla porta di casa.

"Dogman" si candida senza dubbio alla Palma d’Oro e a tutti i premi da qui alla prossima stagione. Ma soprattutto speriamo riesca a vincere il premio del pubblico, affascinando e riportando al cinema gli spettatori italiani.

17/05/2018, 17:44

Stefano Amadio