Sinossi *:
L'Italia affronta il dopoguerra come un paese diviso e depresso. Non sono passati molti anni da quando la retorica ufficiale dipingeva gli italiani come eredi degli antichi romani, depositari unici di una grande missione imperiale. Ne risultata una guerra, la sconfitta, la ricostruzione. Nel 1954 il paese può guardarsi con meno altisonanza e scoprirsi come 12 milioni di poveri, 100.000 emigranti l'anno, un Sud nel quale il 48% delle case non ha ancora accesso all'acqua potabile. Si tratta di una nazione depressa e divisa in campi opposti, con un'opposizione socialista/comunista tra le più forti d'Europa, il "blocco sovietico" alle porte, gli aiuti americani che stanno per allentarsi, una dirigenza politica che ha come punto di riferimento "ufficiale" il Vaticano. E' in questo scenario che viene deciso di dare il via a un'impresa eroica, capace di mostrare a un paese frustrato quello che gli italiani sono in grado di fare: arriveremo la dove più importanti nazioni non sono riuscite: conquisteremo la seconda vetta della terra, la cima inesplorata del K2. L'organizzazione viene strutturata come un apparato militare, più vicina alle grandi esplorazioni dell'ottocento che alle sfide alpinistiche cui oggi siamo abituati. Sui pianori del Baltoro si snoderà una lunga carovana, in alcuni casi più di 700 persone, costituita per dare tutti i supporti agli scalatori migliori, quelli che a nome di tutti saliranno in quota. Mentre si avvicinano all'obiettivo uno dopo l'altro i 23 alpinisti selezionati cedono. Ai piedi della cima forse lo scalatore in condizioni fisiche migliori è il più giovane di tutti: Walter Bonatti. Ma l'organizzazione ha deciso che altri dovranno salire.Nella notte che precede il successo Bonatti e il pakistano Mahadi si ritroveranno abbandonati in una bufera, accucciati in una piccola fossa scavata nel ghiaccio, nel tentativo di resistere a una morte quasi certa.In ogni caso l'Italia conquista il K2 e a Roma, ricevuto il cablogramma, l'intero parlamento si alzerà per applaudire. Il Paese può superare le proprie ferite, ritrovando di colpo un'identitàunita e vincente, ma per non compromettere il risultato bisogna nascondere la tragedia accaduta ad alta quota. Sarà proprio Walter Bonatti a protestare, a rivendicare la propria verità contro quella ufficiale diventando scandalosamente scomodo. La polemica continuerà per decenni, con un seguito di articoli scandalistici, libri, reciproche denunce, udienze giudiziarie. Per decenni non verrà mai tentata una ricostruzione obiettiva degli eventi, lasciando aleggiare sulla conquista del K2 un mistero quasi coperto da ragion di stato. Il film è una rilettura dell'Italia di quegli anni, del suo popolo, la sua cultura, le sue aspirazioni. A 50 anni dall'evento i sopravvissuti raccontano la loro esperienza, il loro vissuto, mentre su altri piani si svolge un'indagine per ristabilire, a posteriori, non tanto la verità quanto i motivi che hanno prodotto scandali e insabbiamenti. E' un'indagine su una consuetudine tutta italiana, che nel tempo si è ripetuta anche in casi più gravi.



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