locandina di "Inmusclâ"

Inmusclâ


Regia: Michele Pastrello
Anno di produzione: 2023
Durata: 35'
Tipologia: mediometraggio
Genere: thriller
Paese: Italia
Distributore: Emera Film
Data di uscita: 07/02/2024
Formato di proiezione: DCP, colore
Titolo originale: Inmusclâ
Altri titoli: Inmusclâ - Ugni Mal Nol a Scrupol da Tornà

Sinossi: Una donna – une fémena perduda ò – sta per compiere un misterioso viaggio a piedi, in una natura invernale spopolata, glaciale e inospitale. Quello che pare un percorso che la conduce a perdersi, si rivelerà invece un cammino – un viath – dentro un’imperscrutabile dimensione che le appartiene. Una dimensione dove ciò che minacciosamente – cu le brute maniere – la circonda non è quello che sembra.

Sito Web: https://www.inmuscla-ilfilm.it

Ambientazione: Valcellina (PN)

"Inmusclâ" è stato sostenuto da:
ARLeF - Agjenzie Regjonal pe Lenghe Furlane
Società Filologica Friulana
Comune di Barcis
Comune di Claut
Comune di Scorzè


Note:
Inmusclâ - La Lingua
"I mò dis: un fil. Un fil tòrt, cun gròps, cun sfiligiade".
(verso in clautano)
Chi che a in a provà pi de una al torna sempre sula so thàpigia. Còma un’anema che a no la ciata pas fin che a no la se sént solevada.
Ciò che è rimasto ferito ritorna sempre. Come un’anima in pena non ha pace finché non ottiene liberazione.
"Inmusclâ" è un film composto di e da silenzi e di e in suoni della natura. Ma c’è la presenza della lingua clautana a fare da cornice all’opera. Consulente (e amica) per questa suggestione è stata la poetessa Bianca Borsatti.
La variante clautana della lingua friulana presenta elementi di peculiarità per fenomeni di ascendenza friulana e per tratti da addebitare ai dialetti arcaici di matrice rustica bellunese. Tutto ciò collima con le condizioni storiche e con le coordinate geografiche dell’abitato montano di Claut (che deriva dal latino clauditu cioè chiuso), in cui i legami – pur labili – con l’area furlana non son stati mai completamente recisi. La parlata (o forma dialettale) clautana, comunque fondamentalmente friulana, è rimasta integra lungo i secoli per la chiusura tipica della valle.
Il dialetto del villaggio friulano di Claut si è dimostrato quindi nei secoli sensibile ed accondiscendente alla lingua romanza veneta, di cui sono ancora abbastanza leggibili i sedimenti delle successive e diverse stratificazioni (veneto arcaico, koinè lombardo-veneta) accanto a quelle della lingua della madre terra friulana. Ma nel dialetto clautano vi si possono anche, in aggiunta, distinguere francesismi e parole derivanti dal tedesco (influenza tipica dell’emigrazione nei tempi di miseria).


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