Sinossi *:
Southapton, 6 aprile 1912. Sono circa le 8 del mattino quando al molo 44 un debole sole primaverile scalda i frenetici preparativi per la partenza del secolo: quella della Royal Mail Ship Titanic, di proprietà della compagnia navale White Star Line. Ed è lo stesso tepore che avvolge gli animi dei camerieri italiani che si apprestano a salire sul transatlantico più lussuoso esistente e, tra loro, i nostri quindici piemontesi. Se il frizzante vento oceanico e l’insopportabile instabilità del clima britannico sono l’altare del primo giorno di lavoro per Giovanni Salussolia, Candido Scavino, Giacomo Sesia, Battista Bernardi e Vincenzo Pio Gilardino, allora il Titanic ne è la cattedrale e il maître Luigi Gatti, sceso orgoglioso dalla «sua» nave, è il sacerdote che li battezza e li avvia ad un viaggio esclusivo, tra le pareti appena ultimate del ristorante galleggiante A la carte. I nostri cinque camerieri sono pronti, sono felici ed entusiasti per quella grande occasione e, affiancati dalle cameriere Bianca, Rosina, Vittoria e da una determinata dama di compagnia (Roberta), si apprestano a dare il massimo della loro professionalità. Una professionalità «all’italiana», potremmo dire, pregna di umanità e generosità, tanto da spingere Vincenzo Pio Gilardino a mettere a repentaglio il proprio contratto con Gatti, pur di donare una seconda possibilità a Caterina e al suo piccolo Stefano, con il nonno Mario, già trafitti dalla cattiva sorte, saliti a bordo clandestinamente. Il 10 aprile, esattamente alle ore 12:00, il Titanic salpa per il suo viaggio inaugurale e con esso i nostri camerieri. Sono giornate frenetiche e faticose a bordo del transatlantico, ma sempre leggere e ricche di allegria come solo noi italiani sappiamo fare, da nord a sud. Sotto l’indeformabile sguardo del direttore Gatti, si consumano amicizie, amori e simpatie, ma destinate ad alimentare anche distruttive invidie. Nulla, tuttavia, può scalfire gli animi dei nostri guerrieri di sala, che brillano anche di fronte a personalità potenti come i coniugi Widener. Tuttavia, è proprio nel momento più tragico che il meglio ed il peggio dell’uomo emergono simultaneamente: quando alle 23:40 del 14 aprile 1912 il Titanic urta contro l’iceberg e condanna 1518 persone a morte e, tra queste, anche i nostri quindici camerieri. E con loro, altri trentacinque italiani, davanti allo sguardo attonito ed impotente del capitano Edward John Jr. Smith.



Note:
Trasposizione cinematografica dell'opera teatrale "Quei piemontesi sul Titanic" scritta e diretta da Pierluca Costa per la compagnia teatrale Fric Filo2 di Carignano (To).

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