Note di regia di "La Lezione"
Vedere o guardare, percepire qualcosa con gli occhi, oppure soffermare lo sguardo su qualcuno o qualcosa. È su questa differenza, apparentemente minima, che abbiamo organizzato la scrittura visiva che porta alla regia della messa in scena.
La città in cui si svolge il racconto è Trieste, che, come scriveva Umberto Saba nel 1912 in una poesia dedicata al capoluogo friulano, appare ancora oggi “popolosa in principio, in là deserta, chiusa da un muricciolo dove seggo rimpetto al mare e al sole calante… Un’aria strana, un’aria tormentosa, l’aria natia”. È proprio quell’aria tormentosa e originaria che ho preso in prestito per mettere in scena, il turbamento di Elisabetta e l’ossessione di Valder.
Per questo racconto ci siamo messi nei panni dei “parresiasti”: coloro che, come scrive Foucault, dicono la verità anche contro se stessi.
Stefano Mordini