Tutta colpa di Freud, di Rolando Ravello
Dopo il successo del film del 2014 torna in uno spin-off lo psicanalista Francesco Taramelli, interpretato stavolta da
Claudio Bisio, sempre alle prese con i drammi delle tre figlie Sara (
Caterina Shulha), Marta (
Marta Gastini) ed Emma (
Demetra Bellina) che ha cresciuto da solo. Quando pensa che tutte e tre abbiano lasciato definitivamente il nido se le ritrova di nuovo in casa sempre più disastrate in amore e sul lavoro tanto da costringerle spesso a delle improbabili sedute di gruppo familiare. Eccessivamente protettivo verso quelle che considera ancora delle bambine, Francesco comincia ad avere frequenti attacchi di panico e finisce per seguire una terapia per capirne la causa che sembra legata al trauma della moglie che anni prima ha abbandonato lui e le sue figlie per la carriera.
I presupposti di "
Tutta colpa di Freud – La serie" sono gli stessi del film con
Marco Giallini, Anna Foglietta e Vittoria Puccini diretto da
Paolo Genovese, supervisore di questo adattamento, ma le vicende dei protagonisti, ambientate questa volta a Milano, prendono sin da subito delle direzioni totalmente diverse da quelle dei personaggi che abbiamo conosciuto sul grande schermo: Sara sta per sposarsi con il fidanzato storico ma si scopre piena di dubbi, Marta, assistente universitaria, ha una storia clandestina da cinque anni con il suo professore sposato e con figli, ed Emma è un’aspirante influencer che rinuncia a partire per l’Inghilterra per lavorare per un’importante agenzia di comunicazione a Milano dopo l’incontro con l’affascinante titolare. Francesco, invece, è cucito addosso a
Claudio Bisio, un personaggio che, a differenza della versione cinematografica, appare più impacciato e insicuro ricalcando i ruoli tipo interpretati dall’attore milanese, al quale si affianca una new entry: il migliore amico Matteo, il suo esatto opposto, un autista romano, spaccone e sagace interpretato da Max Tortora. Oltre a lui figurano altri nuovi personaggi: la psicologa Anna, la donna d’affari Chiara, Claudio, il capo di Emma e il paziente Riccardo.
La serie permette di approfondire tante dinamiche che la durata limitata di un film deve necessariamente sacrificare e così riusciamo a scoprire di più sul passato della famiglia Taramelli, come nei flashback nei quali vediamo la ex moglie di Francesco e capiamo puntata dopo puntata cosa è successo veramente tra di loro e quanto abbia influito sulla vita delle figlie e sulla sua. La trasposizione televisiva di "
Tutta colpa di Freud" è ben diretta da
Rolando Ravello e si lascia guardare ma non riesce a raggiungere l’immediatezza e quella nota squisitamente poetica che caratterizza i migliori lavori di Paolo Genovese, il quale riesce a toccare delle corde emotive come pochi sanno fare, e anche gli stessi personaggi, pur ben caratterizzati, finiscono per essere poco coinvolgenti, caratteristica fondamentale per la totale riuscita di una serie tv.
04/03/2021, 12:00
Caterina Sabato