Note di produzione di "Beni cammina da solo"


Attraverso lo strumento della cinematografia si è proposto un insegnamento innovativo della lingua italiana agli alunni stranieri, più immersivo, induttivo, coinvolgente, rispetto alla didattica tradizionale. Il nostro motto in questi due mesi di lavoro è stato tutti uguali e tutti diversi, o come dice il titolo di una serie televisiva, che stanno trasmettendo in questi giorni in Italia “Ognuno è perfetto”. Nessuno di noi è “normale”infatti, dato che la normalità in fondo non esiste, se non come categoria astratta, che la gente utilizza per rispondere al bisogno di sentirsi uguale agli altri. Per questo motivo abbiamo guardato oltre gli stereotipi e i luoghi comuni e ci siamo lasciati guidare soltanto dal nostro istinto. Il personaggio di Beni in particolare non è quello stereotipato dello straniero che deve essere per forza positivo, anche quando di fatto nei comportamenti messi in atto non lo è. Beni non è più un disperato arrivato in I
talia coi gommoni e con le carrette del mare come succedeva all’inizio degli anni Novanta, quando in Italia si parlava di invasione, ma è figlio di immigrati perfettamente integrati, nato in Italia e strappato alla sua terra e alla sua gente. Egli si troverà in mezzo a due culture, dovrà fare da ponte fra esse e si ritroverà confuso, disadattato, non saprà più chi sia. Dovrà muoversi nel mezzo, fra una famiglia fortemente tradizionalista, con un padre testardo legato alla propria cultura e una società in cui fatica a trovare una propria identità e un proprio spazio di riconoscimento.
È questo ciò di cui parla il film, interpretato principalmente da Florian Krasniqi (nella parte di Beni) e da Sara Fiocco (nella parte di Lara). Quella che i Docenti avevano in mente era la storia di un immigrato di seconda generazione, ma vista da una prospettiva nuova. Negli anni Novanta, quando in Italia sono arrivati 20000 albanesi nel porto di Bari sulla nave Vlora, il popolo italiano si è trovato improvvisamente a dover gestire una emergenza e nessuno sapeva bene che cosa fare. In Italia per tanti anni l’immagine dello straniero è stata per molti uno stereotipo. La gente si schierava nel bene o nel male, o a favore o contro ciò che gli immigrati rappresentavano, senza considerare che non si incontra soltanto un popolo, ma si incontrano delle persone. Spesso da parte di molti, al fine di contrastare alcune posizioni più fortemente critiche verso gli immigrati, si cercava di fornirne un’immagine che doveva essere per forza di cose positiva … insomma si cercava di rappresentarli
come brave persone comunque, anche quando compivano reati e si comportavano male. Questo (anche se l’intenzione era buona ed era quella di combattere il razzismo) è stato un grave errore. Anziché ridurre infatti, questo atteggiamento ha alimentato il pregiudizio nei confronti di tutte le comunità straniere. Ogni volta che succedeva qualcosa di brutto e la responsabilità era di un singolo, l’intera comunità ne pagava le conseguenze.
In questo film è stata ribaltata la prospettiva di osservazione. Beni è un personaggio negativo, dal quale sono gli stessi suoi connazionali a prendere le distanze. All’inizio del film infatti Beni si comporta molto male, addirittura spaccia la droga a scuola. Se avessimo realizzato un film così negli anni Novanta saremmo probabilmente stati tacciati di razzismo. In realtà nessun popolo ha il monopolio delle cattive azioni. Chi si comporta male è responsabile personalmente e ciò non deve avere conseguenze sulla comunità di appartenenza. Beni però è anche un personaggio dinamico, che nel corso della storia si riscatta e che alla fine paga i suoi errori con il prezzo più grande: la vita. Si è scelto di farlo morire proprio perché il pubblico non avesse più nulla da rimproverargli ... alla fine infatti Beni fa ammenda di tutte le proprie colpe e da carnefice diventa vittima. Noi riteniamo che tutti si abbia pregiudizi … li hanno gli italiani nei confronti degli albanesi … li hanno gli a
lbanesi verso gli italiani … li ha ogni popolo verso gli altri … tutti pre-giudichiamo … lo facciamo probabilmente per pigrizia , in quanto costerebbe maggiore fatica sforzarsi di conoscere e di comprendere ciò che si ignora … è un fatto quasi naturale, lo vediamo quotidianamente all’interno della Scuola … il problema pertanto, non è negarlo, facendo finta che siamo tutti uguali, quanto fare in modo che il pregiudizio non abbia a diventare strumento per favorire qualcuno, concedendogli qualcosa, che viene negato ad altri, senza che vi sia un reale motivo. Non crediamo che faccia comodo a nessuno, italiani o stranieri che siano, difendere per partito preso persone che si rendono responsabili di reati o di azioni malvagie nei confronti del prossimo … Questa è anzi una sorta di pericoloso razzismo in positivo. Questo in sostanza è il messaggio del film: non avere paura di confrontarsi nelle differenze.

20/02/2020, 08:59