Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Carlo Zanotti  (08/04/2007 @ 23:44)
Si parla del Maradona persona, interessante la prima parte, quella del Dieguito argentino, della sua infanzia a Villa Fiorito, del suo cammino verso il calcio professionistico. Scontata e piena di vuoti temporali la seconda parte, quella europea, fatta degli eccessi che l'hanno coinvolto. Mi ha veramente convinto Leonardi, l'attore che interpreta Maradona, somiglianza fisica a parte, dimostra una comunicazione gestuale veramente fedele all'originale. Lo consiglio solamente ai calciofili.
Battista Passiatore  (03/04/2007 @ 22:18)
Bisogna iniziare questa riflessione dicendo innanzitutto che realizzare un film biografico su una persona tuttora in vita e ancora relativamente giovane (è del '60) non è impresa semplice. Di certo non è necessaria, ma una volta deciso che va fatta, e che c'è un pubblico che la andrebbe a vedere, trovare le migliori soluzioni possibili per raccontarla diventa un bel nocciolo. Perchè non tutti i fili si sono chiusi e proprio mentre il film esce nelle sale, Maradona è tornato di corsa in ospedale per abuso di alcool e cibo. Per fare un film che tenga assieme tutti i pezzi di una vita privata serve una tesi, e una tesi con così tanti punti ancora interrogativi non è smeplice da trovare visto che il pubblico ne sa tanto quanto i realizzatori riguardo il personaggio. Risi e i suoi sceneggiatori spagnoli (il film è una coproduzione italo-spagnola) decide di mantenere fisso l'amore per il pallone che ha Diego. E così il lungo flashback (o forward visto che in verità si inizia con qulelo) di lui nel pozzo serve da nastro: raccoglie inizio e fine stringendo tutto qulello che c'è in mezzo. L'amore, la droga, la camorra, il successo al mondiale e quello col Napoli, il ritorno a Usa'94, l'arresto per possesso di stupefacenti, il lardo e i vari ricoveri ospedalieri. Tanta roba messa al fuoco che va narrata perchè non può essere omessa da un film biografico, ma che non sempre lega o comunque non sempre lascia emergere quell'amore per il pallone nonostante tutto e tutti che dovrebbe riunire il puzzle e dimostrare l'esigenza di un film di fiction piuttosto che di un documentario. Anche perchè le immagini più belle sono quelle di repertorio: i veri goal di Maradona. Leonardi che lo interpreta e tanto bravo e verosimile quanto inascoltabile con la sua vocetta. Risi se la cava decentemnete, uscendo dai canoni di una regia televisiva (le prime scene sono le migliori), ma senza osare troppo e dare un tocco più autoriale e marcato alla narrazione. Film come Ray o Walk the line, analoghi per somme linee, sono di un altro pianeta.

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