Regia:
Mario Mattoli
Anno di produzione: 2011
Durata: 70'
Tipologia: lungometraggio
Genere: comico/commedia
Paese: Italia
Produzione:
Filmauro,
Rosa Film (II)
Distributore:
Filmauro
Data di uscita: n.d.
Post Produzione: CIinecittà Digital Factory
Formato di proiezione: 3D, colore
Ufficio Stampa:
Ufficio Stampa FilmauroTitolo originale: Totò in 3D, il più comico spettacolo del mondo
Recensioni di :
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FESTIVAL DI ROMA Totò 3D e la meraviglia del circo anni 50Sinossi: splicita parodia de "Il più grande spettacolo del mondo" di Cecil De Mille (1952), “Totò in 3D – Il più comico spettacolo del mondo” è il primo film italiano in 3D della storia del cinema.
Tottons, la maggiore attrazione di un grande circo, nasconde un terribile segreto che lo costringe a tenere nascosta la propria identità e quindi a non struccarsi mai. Il padrone del circo approfitta della situazione per sfruttare il povero clown, la cui esistenza è turbata anche dalle gelosie dei colleghi e dalle indagini di un poliziotto che lo perseguita. Proprio per sfuggire a quest’ultimo, Tottons decide di fingersi domatore di leoni e di entrare nella gabbia delle belve feroci. Le conseguenze saranno esilaranti…
Sito Web:
http://Note:
La versione in 3D del film di Mario Mattoli del 1953.
IL RESTAURO
Restaurato con la più moderna tecnologia 3D, torna finalmente in sala, dopo quasi 60 anni, il primo film tridimensionale della storia del cinema italiano. Tra le più amate commedie interpretate dal Principe della risata, “Totò in 3D – Il più comico spettacolo del mondo” è tornato a nuova vita grazie a un lungo e complesso lavoro di restauro fortemente voluto dal produttore Aurelio De Laurentiis e realizzato da Cinecittà Digital Factory con la supervisione di Pasquale Cuzzupoli.
E' occorso quasi un anno agli esperti tecnici per riportare il film all'originario splendore. A rendere particolarmente difficile l'operazione è stata la necessità di intervenire su ben due negativi. Il film era stato girato nel 1953 con un sistema per la ripresa tridimensionale, brevettato da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis e denominato Podelvision dalle iniziali dei loro cognomi, che prevedeva di fatto l'uso di più camere da presa contemporaneamente e successivamente la stampa di due copie di pellicole identiche: una per l'occhio sinistro e una per l'occhio destro. Questo primo esperimento non ottenne tuttavia grande successo: i problemi tecnici erano enormi, non solo in fase di sviluppo e stampa, ma anche di proiezione. Il film uscì in una decina di sale attrezzate per il 3D, mentre nelle altre venne proiettato in edizione normale. L’affluenza nelle prime era talmente bassa, mentre gli spettatori affollavano numerosi le altre, che gli esercenti si affrettano a sostituire la copia in 3D con una normale.
II restauro ha richiesto una prima fase manuale durante la quale i due negativi, particolarmente usurati dal tempo, sono stati interamente ripuliti. Gli stessi sono stati poi scannerizzari digitalmente, operazione resa estremamente delicata dalla fragilità del supporto utilizzato all’epoca e altamente infiammabile. Si è quindi dato il via al lavoro di restauro delle immagini che, in alcuni casi, ha richiesto anche la ricostruzione di alcuni fotogrammi mancanti attraverso degli interventi di microchirurgia digitale. Infine sono stati restituiti al film l’audio originale e i colori brillanti, realizzati nel ’53 con il sistema Ferraniacolor.