ANTROPOCINE FILM FEST e CLOROFILLA FILM FESTIVAL 2025 - I vincitori
Si è concluso a Roma il doppio appuntamento con l’
AntropoCine Film Fest di Roma e il
Clorofilla Film Fest di Grosseto che dallo scorso anno hanno deciso di proclamare i propri vincitori con una cerimonia unica, dando vita ad una sorta di ecosistema festivaliero caratterizzato da proiezioni, anticipazioni e riflessioni sui diversi modi di raccontare l’ambiente e l’ecologia attraverso il cinema. Per Clorofilla rimangono ancora tre sezioni da chiudere, Agridoc, Montanaria e Solounminuto, che decreteranno i loro vincitori nelle prossime settimane.
La serata finale si è svolta, venerdì 5 Dicembre 2025, presso lo Spazio Extra Libera (via Stamira 5) a Roma, all’insegna della tutela ambientale e dell’impegno sociale. Dopo la cerimonia di premiazione ha avuto luogo il reading concert “
Non sopporto le cose storte” che attraverso i testi scritti da Andrea Carnì, ricercatore e docente di Criminalità organizzata e metodologia della ricerca presso l’Università degli Studi di Milano e i brani di Fabio Macagnino, cantautore e artista poliedrico italo-tedesco, ricostruisce la vicenda delle “navi a perdere”, imbarcazioni affondate nel Mar Mediterraneo con carichi radioattivi e la morte sospetta di Natale De Grazia, ufficiale della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria che seguiva le indagini, di cui ricorre il trentennale dalla scomparsa.
L’evento, realizzato da Roma Green e Clorofilla in collaborazione l’associazione Libera e con il sostegno del Municipio Secondo di Roma, si prefigge di dare parola ai protagonisti del cinema ecologico di oggi attraverso incontri con docenti universitari, giornalisti, scrittori, attori e filmmakers e di fotografare la recente produzione cinematografica nazionale del settore dando spazio alle opere più recenti dei filmmakers italiani a testimonianza di come i nostri autori siano sempre più attenti alle tematiche ambientali e di come di debba parlare a pieno titolo di un “Ecocinema italiano”.
A proclamare i vincitori della seconda edizione dell’
AntropoCine Film Fest è stata la giuria composta da Gaia Scorza Barcellona (giornalista, Green&Blue di Repubblica). Juliane Biasi (ecoartista e documentarista), Edoardo Casoli (Biologo marino, docente della Sapienza) Emanuele Genovese (Fridays for future) e Daniela Poggi (attrice) mentre la giuria del
Clorofilla era composta da Federico Raponi, giornalista, Federico Santini, regista, Alice Coiro, Francesco Ciarapica, Alessia Piccinetti, Mediateca Digitale della Maremma e associazione Kansassiti, Donatella Bigozzi, Provincia di Grosseto, Massimiliano Marcucci, Fondazione Luciano Bianciardi.
Hanno ricevuto le
menzioni speciali per la categoria documentario breve del Clorofilla le seguenti opere:
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Fast" di Stefano Cosimini con la seguente motivazione: "
La giuria attribuisce una Menzione a FAST per la capacità sorprendente, matura e profondamente consapevole con cui un gruppo di giovani studenti riesce a indagare un tema complesso e urgente come quello dell’industria del “fast”. Attraverso interviste, testimonianze dirette e uno sguardo critico mai superficiale, il documentario mette in luce le contraddizioni del Fast Fashion e del Fast Food, mostrando come la velocità che domina il nostro tempo finisca per lasciare dietro di sé costi ambientali, sociali ed etici spesso invisibili".
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Green over gray" di Francesca Molteni, Mattia Colombo con la seguente motivazione assegnata dalla redazione Ehabitat: "
Per la forza visiva, la profondità del messaggio e la capacità di stimolare un immaginario nuovo e necessario di unire divulgazione estetica, cinematografica e impegno ambientale e per aver saputo parlare alla speranza. Per la forza visiva, la profondità del messaggio e la sua capacità di accendere un immaginario nuovo e necessario, la redazione di eHabitat assegna una menzione speciale al film “Green Over Gray” di Francesca Molteni e Mattia Colombo, un’opera che racconta con sensibilità e profondità la trasformazione possibile delle nostre città. Tramite l'opera del visionario architetto naturalista Emilio Ambasz, con sguardo attento e poetico, il film mostra come l’architettura verde possa restituire respiro agli spazi urbani e generare benessere e allo stesso tempo illumina la forza trasformativa del verde nelle nostre città, restituendo allo spettatore una visione in cui natura e architettura dialogano con rara armonia. Un invito a immaginare città più verdi, armoniose, vivibili ma anche più umane e più sostenibili. Il film si distingue per la capacità di trasformare la visione del paesaggio urbano contemporaneo, mostrando come il verde possa non solo inserirsi negli spazi grigi delle città, ma elevarli e rigenerarli. Attraverso un linguaggio filmico elegante e vibrante, Francesca Molteni e Mattia Colombo ci guidano in un viaggio che è insieme poetico e concreto, ispirazione e testimonianza. Per la capacità di unire divulgazione, estetica cinematografica e impegno ambientale, e per aver saputo parlare alla speranza, eHabitat è felice di premiare questa opera".
Ha ricevuto la
menzione speciale per la categoria documentario lungo dal Clorofilla "
Cose che accadono sulla terra" di Michele Cinque con la seguente motivazione: "
Il film, compatto e dalla forte coerenza estetica, immerge lo spettatore nelle atmosfere rarefatte dei monti della Tolfa, dove una famiglia di moderni cowboys impegnata in un allevamento etico affronta la minaccia dei lupi, le difficoltà economiche e l’avanzare della desertificazione. In questo paesaggio incontaminato, il lavoro quotidiano diventa gesto di resistenza, un atto di fiducia nella possibilità umana di rialzarsi e di trovare un equilibrio con le forze, spesso ostili, della natura. Sostenuto da uno sguardo poetico che unisce realismo e fiaba, il film riesce a interrogare con delicatezza e profondità il rapporto fragile tra l’uomo, gli animali e l’ambiente. Per la qualità del suo immaginario, la forza etica del suo racconto e la capacità di restituire la complessità di un territorio e di chi lo abita, Cose che accadono sulla terra si distingue come un’opera preziosa, capace di parlare al presente con intensità e necessità.
Ha ricevuto la
menzione speciale per la categoria documentario lungo dall’Antropocine "
Breath" di ilaria Congiu con la seguente motivazione: "
Un film documentario alla cui storia, ben sviluppata e convincente, partecipiamo con empatia, perché l'impatto della pesca a strascico e dell'industria ittica sull'ambiente e sull'economia locale è questione ancora poco nota rispetto al boom che sta avendo il consumo di risorse marine sul mercato. L’opera ci fa immergere nel mare ma richiamandoci alla nostra responsabilità per l’ambiente e i suoi abitanti, i pesci prima di tutto. È un film che non spaventa, pur stimolando la discussione su temi urgenti come l’inquinamento marino, la pesca industriale e il consumismo, e ci incoraggia a diventare più consapevoli e attivi, soprattutto nelle nostre scelte quotidiane, individuali e collettive. La regista stessa, con la sua storia personale e i personaggi che ha scelto per raccontarla, diventano specchi dell’ecosistema umano e naturale sempre più fragile che ha bisogno della nostra attenzione, della nostra consapevolezza, della nostra cura. Un messaggio che arriva diritto al cuore".
Sono risultati
vincitori del Clorofilla nella categoria documentari brevi "
Moving Mountains" diretto da Andrea Costa, e nella
categoria documentari lunghi "
Come se non ci fosse un domani" di Riccardo Cremona e Matteo Keffer con le seguenti motivazioni: (
Moving Mountains) "
Per la capacità di raccontare con sensibilità il percorso umano di Moussa, giovane guineano accolto nel maso di Rita in Alto Adige. Attraverso un linguaggio cinematografico essenziale e un racconto intimo, il film esplora temi centrali del nostro tempo: ci mostra come sia possibile attraversare barriere culturali e geografiche mantenendo la propria identità e riscoprendo il valore di comunità, accoglienza e appartenenza. L’opera di Andrea Costa si distingue per l’autenticità dell’osservazione e per la profondità con cui mostra la nascita di un equilibrio condiviso ed esplora la convivenza di mondi diversi: radici lontane e nuovi orizzonti, tradizioni africane e paesaggio montano dell’Alto Adige, diversità e comunione. In un’epoca in cui migrazione, identità e integrazione sono al centro del dibattito sociale, «Moving Mountains» offre un messaggio di speranza: dimostra che accettazione, solidarietà e fiducia reciproca non sono utopie ma possibilità reali, e che “spostare montagne” — cioè superare pregiudizi e paure — è davvero possibile".
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Come se non ci fosse un domani) "
Il documentario colpisce per la sua urgenza e per la profondità dello sguardo con cui racconta il movimento di Ultima Generazione. Con grande sensibilità, l’opera restituisce il peso emotivo, politico e umano di una battaglia che attraversa le nostre società: un conflitto tra la necessità di scuotere le coscienze e il rischio di essere fraintesi, tra l’urgenza del presente e la paura di un futuro ormai compromesso. Il film non giudica, ma ascolta; non semplifica, ma entra nelle zone grigie dove si formano le domande più difficili. Ed è proprio in questa complessità che trova la sua forza: nel mostrare l’umanità degli attivisti, le loro contraddizioni, la loro determinazione e il loro desiderio autentico di cambiare il corso delle cose. Per la capacità di trasformare una lotta collettiva in un racconto intimo e necessario, per il coraggio con cui affronta uno dei temi più urgenti del nostro tempo e per la delicatezza dello sguardo che lascia emergere emozioni, tensioni e fragilità, la giuria del Clorofilla Film Festival riconosce a “Come se non ci fosse un domani” un valore artistico, politico e civile di grande rilevanza."
Vincitore della seconda edizione dell’AntropoCinefilmfest categoria documentari è l’opera
Il prezzo che paghiamo di Sara Manisera con la seguente motivazione:
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Per il taglio d'inchiesta e l'importanza della partecipazione cittadina su questioni ambientali poco note benché diffuse a livello nazionale: il fatto che la storia sia stata raccontata attraverso un’esperienza personale e familiare, mette in rilievo l'enorme impatto dell'estrazione di combustibili fossili sulla vivibilità del territorio negli anni. Il documentario di Sara Manisera, infatti, ci fa sentire concreto e urgente un tema, quello degli effetti del cambiamento climatico, che molti pensano non influenzi ancora le nostre esistenze e ci fa entrare invece nelle storie di Maria e di altri agricoltori colpiti dalle conseguenze di alluvioni che hanno spazzato via intere vite di lavoro. A partire da qui veniamo a conoscere le importanti connessioni tra queste devastanti ricadute ambientali, sociali ed economiche, vissute in prima persona da Maria e dagli altri, e l’estrazione di petrolio e di gas, da cui trae origine la crisi climatica. Strutturato con logica e rigore, il film genera nello spettatore una maggiore consapevolezza sulle gravi conseguenze sociali ed ambientali di un consumo eccessivo di petrolio e gas ed è inoltre particolarmente apprezzabile per la chiave di lettura sulla divisione delle responsabilità. Siamo tutti in qualche modo responsabili, ma "alcuni" più di altri. L'unico cambio di rotta possibile (e imperativo) non potrà che passare attraverso il sacrificio dei profitti, o del modo con cui al momento questi "alcuni" li guadagnano a discapito del pianeta".
Nel corso della rassegna è stato possibile visitare lo spazio multimediale e interattivo Extralibera dedicato alle storie delle vittime innocenti delle mafie, raccontate attraverso immagini, testi e grazie al lavoro documentaristico di decine di giovani registi/e. Tra le storie raccontate anche quelle di chi si è battuto per la difesa dell'ambiente, come Roberto Mancini, don Cesare Boschin, Peppino Impastato e Renata Fonte.
09/12/2025, 13:06