Note di regia di "L'Isola di Andrea"
Un’amica mi parlò a lungo della separazione coniugale di un’altra sua amica, resa specialmente penosa dalla presenza di un figlio unico di otto anni. Io le chiesi di gettare giù degli appunti, che lei mi consegnò, brevi e intensi, come fossero un tesoro. Da lì ho cominciato a immaginare una storia asciutta, che osservasse la separazione dai tre differenti punti di vista, attraverso passaggi leggibili e nitidamente rappresentabili. Una storia semplice, ben consapevole che la semplicità è la cosa più complicata da rappresentare. Pochi ambienti. Luci chiare e naturali. Moltissimi primi e primissimi piani. Facce. Facce. Occhi... e mani. Poca musica. Una canzone popolare che il bambino potesse cantare con la sua voce. Piccole fughe lievemente surreali o divertenti. Nessuna scena madre. Neppure là dove ce la si aspetterebbe.
Antonio Capuano