PREMIO CARMINE VISCIANO 14 - I vincitori
MIGLIOR DOCUMENTARIO
KAIROS di Francesco Lovino
MOTIVAZIONE: La descrizione qualitativa del tempo diventa poeticamente una materia in chiaroscuro. E’ un intervallo dilatato, spesso vuoto, che può diventare insopportabile. Non è solo ciò che passa, ma ciò che pesa, ciò che sospende, ciò che punisce. È una dimensione mentale, è prigione psicologica, prima ancora che cronologica. Il regista congela i numeri dell’orologio e concede una opportunità, divinizza i volti e stabilisce un punto di partenza verso il cambiamento.
MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE
MEDEA di Francesco Romanelli
MOTIVAZIONE: Medea è una figura sospesa tra due mondi: da un lato, una cometa di libertà femminile che brilla nel cielo dell’indipendenza; dall’altro, un’ombra temuta, una maga inquietante capace di spezzare il legame più sacro, quello materno. Rapita dall’amore, foglia strappata dal suo albero e poi spinta in una terra straniera dove la vedono come un sortilegio vivente, pericolosa e incomprensibile. Le immagini sono fatte di carne e di sangue e vestono la protagonista come una diva del cinema muto. Da quel dolore nasce una scintilla: diventare un faro per altre donne, guidarle verso una coscienza nuova, vivere di amore totalizzante.
SEZIONE SCUOLA
SECONDE ME, regia collettiva di Tavole da Palcoscenico Academy
MOTIVAZIONE: Il lavoro esplora in maniera sincera e matura tanti dei temi sociali appartenenti alla mission del Premio: bullismo, rapporti tossici, disabilità, dipendenza, violenza domestica. Con una regia sensibile ed un intreccio sapiente, l’opera riesce a trasformare la quotidianità in un narrazione corale, regalando momenti di rara empatia e profonda riflessione sul complicato mondo delle relazioni umane.
MIGLIOR ATTORE
Michele D’Anca, protagonista di “Distress Call“
MOTIVAZIONE: La prova attoriale riesce a trasmettere tutto il dramma, il pericolo e la disperazione di un tema così delicato come quello dei migranti. Per aver interpretato con umanità e rigore emotivo un ruolo di grande valore civile e morale. La narrazione essenziale ed il pathos crescente hanno saputo trasformare una semplice linea telefonica nell’unico filo di speranza tra la vita e la morte, restituendo dignità alle storie spesso dimenticate.
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Sara Penelope Robin, protagonista di “La notte è un giorno dispari”
MOTIVAZIONE: Sara Penelope Robin trasmette una pietà misteriosa, riesce a fondere perfettamente crudeltà e redenzione. L’attrice, in una prova complessa, brilla in mezzo alla serie di personaggi tarantiniani, angosciati dalle scelte sbagliate e condannati ad un destino incerto.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO STRANIERO
“A GOOD DAY WILL COME” di Amir Zargara
MOTIVAZIONE: Il cortometraggio racconta la tragica fine di Navid Afkari, un wrestler iraniano ingiustamente giustiziato nel 2020 durante un periodo di disordini diffusi e violazioni dei diritti umani in Iran. Una storia toccante che celebra la resistenza e la giustizia contro la tirannia e l’oppressione. Il messaggio chiave è la profonda responsabilità di indossare i guantoni e combattere per chi non ha forza nelle braccia, per chi abbassa la testa e rimane in silenzio.
MIGLIOR VIDEO MUSICALE
“PESTO-AUGMENTALITY“ di Pawel Stokajlo e Piotr Smolenski
MOTIVAZIONE: “Augmentality” è un progetto che esplora le conseguenze di dare priorità al mondo virtuale rispetto a quello reale. La storia invita a riflettere sull’equilibrio tra il progresso tecnologico e la salvaguardia dell’umanità e dell’ambiente. Il racconto affronta anche il paradosso della scelta eccessiva e l’illusione del controllo nella realtà digitale, dove, nonostante la personalizzazione, rimane l’impossibilità di gestire come gli altri ci percepiscono.
PREMIO DELLA CRITICA
“SHARING IS CARING“ di Vincenzo Mauro
MOTIVAZIONE: Una elaborazione coraggiosa, contemporanea ed innovativa che scoraggia lo spettatore a fidarsi di ciò che vede. Il semplice abitacolo di un’automobile diventa palcoscenico nudo e controverso del nostro tempo. Si assiste gradualmente alla meschina vendita delle sicurezze e delle illusioni del protagonista, facendo sentire in pericolo chi assiste a questa folle corsa. Il regista riesce a modulare gli stati d’animo, prima di controllo poi di rabbia e rassegnazione, con ironia e genialità, trasformando la tragedia di un solo uomo nell’apocalisse del mondo esterno.
MIGLIOR REGIA
“PADRE“ di Michele Gallone
MOTIVAZIONE: Il cortometraggio utilizza sapientemente il bianco e nero; non solo per una scelta estetica, ma come linguaggio visivo potente. Ha una forza comunicativa che riesce ad andare oltre la superficie, regalando una tensione visiva ininterrotta.
Il dualismo luce/ombra incontra quello del bene e del male, richiamando tutte le tensioni interiori ed i dilemmi morali dei protagonisti. Il brutalismo delle forme, le strutture spigolose delle voci e le tenebre dell’anima edificano un labirinto intorno ai temi dell’abbandono e del rapporto padre/figlia.
Resterà, fino alla fine, un enigma da risolvere.
Si ricorda, nel talk col regista sul palco, la grandiosa interpretazione nel cortometraggio di Filippo Timi (attore di successo nella serie “I delitti del Barlume” e nastro d’argento per la serie tv Dostoevsky dei Fratelli d’Innocenzo)
3 CLASSIFICATO
“LA NOTTE E’ UN GIORNO DISPARI“ di Vincenzo Giordano
MOTIVAZIONE: Gli scarti animali sono la potente metafora degli avanzi di umanità delle periferie del mondo. Le credenze, le storture, le simbologie di culto hanno lo stesso odore della nostra terra, modellano la forma mortale della fragilità umana.
Il Vesuvio si fa giudice antico, richiama a sé tutte le sue contraddizioni, con potenza distruttiva. Non erutta soltanto fuoco e cenere, ma divora e restituisce — in un ciclo eterno — le storie arcane che abitano Napoli.
SECONDO CLASSIFICATO
“SCUSA“ di Giulio Novelli
MOTIVAZIONE: Una storia che ci ricorda quanto sia importante riconnettersi coi sentimenti nelle loro sfumature più complesse e delicate. Il trionfo della vita e l’infinita bellezza dell’amicizia vengono dipinti senza forzature morali. L’opera è un atto d’amore, intimo e reale, che si muove sul confine tra la legge e la coscienza, tra l’etica del rispetto per la vita e quella del rispetto per la dignità dell’essere umano. L’abbandono diventa presenza. Non c’è tragedia nella morte. La sofferenza può cambiare forma ed assumere i toni leggeri della speranza e della tenerezza.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
“A DOMANI“ di Emanuele Vicorito
MOTIVAZIONE: “A domani” è un manifesto simbolico di rinascita, è un appuntamento con il sogno. Il carcere, il muro, gli scogli, Catrine ed “I miserabili” di Victor Hugo.
Sono tutti elementi allegorici che costruiscono una via d’uscita non solo fisica, ma esistenziale. È la storia di un’anima che, persa tra le ombre del passato, ritrova — nello sguardo di un’altra e tra le parole di un romanzo — il coraggio di immaginare un futuro. Nisida è la prigione dell’anima, dove scontare tutte le colpe interiori.
Un castello in cui si assiste alla sospensione della crescita. Oltrepassare il muro significa sfidare la soglia tra due mondi: quello del passato e quello della possibilità. Catrine rappresenta l’ignoto, la bellezza del mondo, l’altra prospettiva, la giovinezza non ferita. Il libro, invece, è l’antidoto potentissimo: la cultura come chiave di liberazione. E’ la vita che si narra, una voce diversa da quella del giudizio e della punizione.Arturo non leggerà solo una storia: rileggerà la propria.
15/07/2025, 09:30