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TFF40 - "I sogni abitano gli alberi è sinonimo di liberta'"


Marco Della Fonte, Pietro Ragusa e Kiera Morgan raccontano il film, di cui sono registi, attori, sceneggiatori, produttori...


TFF40 -
Il regista Marco Della Fonte e gli attori Pietro Ragusa e Kiera Morgan (tutti anche produttori e autori) hanno presentato fuori concorso al Torino Film Festival 40 il film "I sogni abitano gli alberi", tratto da una storia vera e ambientato nell'Italia di fine anni '70, all'indomani della legge Basaglia che ha svuotato i manicomi. Una storia d'amore sui generis, originale e coinvolgente.

"Io e Pietro - spiega il regista - siamo amici da anni, avevamo voglia di sviluppare una storia che ci piacesse vivere e di farlo in massima libertà, senza compromessi di alcun tipo davanti a una storia di questo tipo. Abbiamo coinvolto Kiera e le ha parlato di questa idea, lei è rimasta molto colpita".

"Quando ho conosciuto questo progetto ho scelto di investirci personalmente, ho pensato che sarei morta se non avessi potuto interpretare questo personaggio", aggiunge appassionata l'attrice e produttrice. "Penso che i temi di questa storia hanno risuonato in ognuno di noi, questo ha dato la forza e la possibilità di farlo in questo modo".

"Abbiamo lavorato - aggiunge Della Fonte - con un entusiasmo concreto, in totale libertà e senza limiti se non quelli meramente produttivi. E' stata un'esperienza umana fortissima, andavamo sul set la mattina per creare, insieme. Abbiamo fatto quello che volevamo".

Ragusa aggiunge come "essere fin dall'inizio accanto a Marco abbia dato il tempo di scoprire il personaggio di Libero come mai avrebbe potuto, non ho dovuto imparare solo a memoria le battute. E questo cambia tutto, anche se in realtà è come dovrebbe sempre essere!".

"Non ho mai pensato - spiega Kiera Morgan - a lei come a un personaggio malato di mente, ma come a un personaggio che non trovava l'amore. E sul rifiuto da parte della società per questo tipo di persone. Su consiglio di Marco ho letto Alda Merini e guardato un documentario su di lei. Marco ha costruito un ambiente molto protetto dentro cui potevamo muoverci in libertà".

"Come si torna a lavorare in modo classico dopo un'esperienza così?", dice ancora Ragusa. "Lo abbiamo girato nel 2019, quindi è da molto che ho dovuto tornare alla realtà. Ma i primi film subito dopo sono stati un vero trauma, lo devo dire...".

30/11/2022, 21:17

Carlo Griseri