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Psychedelic” il primo lungometraggio del giovane regista Davide Cosco. Un lavoro di forte impatto introspettivo che ha avuto riscontri positivi dalla critica e dal pubblico alla Festa del Cinema di Roma.
Un film drammatico, con una connotazione sperimentale e un linguaggio innovativo, che in un momento storico particolare propone riflessioni e tematiche profonde come il rapporto tra padri e figli, la ricerca di una dimensione spirituale, la centralità della donna.
L’opera vanta un cast artistico d’eccezione: Massimiliano Rossi, Alessandro Haber, Yari Gugliucci, Ksenija Martinovic, Giuseppe Amelio, Pietro De Silva, Aida Flix. Il lavoro mostrerà anche l’ultima apparizione sul grande schermo dell’indimenticabile Flavio Bucci, che ha preso parte al film prima della sua triste scomparsa. Nel comparto tecnico, altri grandi nomi del cinema italiano, tra cui il direttore della fotografia Enrico Lucidi e il montatore Massimo Quaglia.
Il lungometraggio, girato con una tecnologia Vfx, con sequenze generate al computer, ha l'ambizione di creare un nuovo linguaggio, dove immagini, suoni e musiche interagiscono".
Nel film è di forte impatto l'utilizzo di riferimenti a Dio sopratutto attraverso il personaggio del sacerdote donna, che rappresenta l'immagine di una chiesa "madre", vista come entità femminile, inclusiva, aperta ai diversi, ai poveri, agli umili.
Un lavoro che trasmette il messaggio universale dello studio della nostra mente e di come l'uomo si pone nei confronti della vita. Davide Cosco, oltre alla regia, ha alle spalle diverse opere letterarie all'interno delle quali sperimenta nuovi linguaggi "tra modernità e classicismo, materia e spirito, realtà e fantasia
Paul è un attore in crisi, attratto dai sentimenti e dall'arte più che dai bisogni ordinari. Vive in un retro teatro e ha continue visioni psichedeliche. Attorno al suo mondo ruotano le esistenze di suo padre, gravemente malato, del figlio Ernesto, giovane sassofonista ribelle, dell'amico Mario, produttore e gestore di una lavanderia a gettoni. A distanza, una Chiesa aperta agli ultimi e ai diversi è guidata da un sacerdote donna
Psychedelic è un racconto di finzione, che narra di fatti verosimili o inventati, di epoca contemporanea. Nella costruzione di una caleidoscopica costellazione di personaggi, Psychedelic intende tratteggiare, per sconfinamenti e simbolismi, un possibile viaggio che la nostra immaginazione può compiere, come singoli istanti di luce nella profondità della notte. L’idea di realizzare Psychedelic, dal greco psykhé, anima, e dêlos, chiaro, è nata sostanzialmente dalla volontà di avvicinare le esperienze materiali e immateriali che generazioni differenti hanno modo di compiere, attraverso un allargamento della propria coscienza e del proprio spirito, provando così a raccontare un carillon di anime antiche e nuove al contempo. Soggetti che da mondi paralleli cadono nelle proprie paure, sprofondano nei propri tormenti, rinascono nelle soffuse auree, nelle sottili ambizioni, accarezzano le tenere gioie e le effimere utopie. Per come possono, per quanto gli riesce, si interrogano sul senso dell’altrove. Oppure rimangono semplicemente fermi.