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THE NEXT GENERATION SHORT FILM FESTIVAL 5 - I vincitori


THE NEXT GENERATION SHORT FILM FESTIVAL 5 - I vincitori
Si è concluso The Next Generation Short Film Festival, il concorso di cortometraggi diretto da TitaTummillo e Velia Polito che nell’edizione 2020 ha indagato il tema ‘Untitled’. Il festival ha presentato per tre giorni sul sito ufficiale thenextgenerationfilmfestival.it le opere di ventuno giovani autori (ancora in visione libera sulla piattaforma fino al 26 dicembre) che si sono contesi i premi miglior corto, miglior regia e miglior interpretazione (genderless) per la sezione «Cortometraggi»; miglior film d’artista e miglior «Untitled» per la sezione «Film d’artista». Grazie al supporto della Fondazione «PasqualeBattista» (promotrice del festival insieme all’APS «Alice in Cammino e le Arti») a ciascun vincitore saranno riconosciuti una targa e un premio in denaro di mille euro.

Due le giurie di qualità che da mercoledì 16 a venerdì 18 dicembre hanno visionato i lavori in concorso, esito di un lungo lavoro di preselezione condotto dalla direzione artistica che ha visionato oltre 250 opere, giunte da tutta Italia. Per la sezione «Cortometraggi» si sono confrontati la sceneggiatrice e giornalista Antonella Gaeta, e il regista Adriano Valerio; per la sezione «Film d’artista» sono stati invitati i videoartisti Francesca Leoni e Marco Molinelli. Il lavoro di entrambe le giurie è stato presieduto dal noto direttore della fotografia Paolo Carnera, insieme ad Annalisa Zito, direttrice della Fondazione Battista, e integrato da una Giuria Giovani, formata da studenti dell’Accademia del Cinema Ragazzi di Enziteto.

Il premio come Miglior cortometraggio va a «Los Océanos son los verdaderos Continentes» di Tommaso Santambrogio con la seguente motivazione: «Per il bellissimo equilibrio tra il tempo cinematografico e lo sviluppo del racconto. Per la capacità di narrare con immagini e silenzi un amore e la nostalgia della separazione. Per la semplicità che diventa un valore narrativo quando è veicolo di un sentimento sincero. Un racconto breve con due bravi protagonisti che si chiude con un tocco poetico delicato come una lirica di Pablo Neruda», come ha sottolineato Paolo Carnera.

Premio Miglior Regia a «Finis Terrae» di Tommaso Frangini, «per lo sguardo attento e sensibile, in grado di tratteggiare con pochi elementi narrativi lo stato d’animo dei protagonisti. Per l’uso sapiente del linguaggio cinematografico, capace di sfruttare il paesaggio come cassa di risonanza delle loro emozioni. E per aver saputo raccontare in maniera intima e non scontata una storia toccante, perseguendo una coraggiosa idea di cinema».

Premio Miglior interpretazione (genderless) al cast di «Inverno» di Giulio Mastromauro: «Il cuore del film è la perdita. Una famiglia avvolta dal dolore della malattia. Tutti i protagonisti di questo piccolo film sono il veicolo principale del racconto e lo fanno in modo magistrale: Giulio Beranek, Babak Karimi, Elisabetta De Vito, e soprattutto il piccolo Christian Petaroscia. Senza la loro intensità Inverno non sarebbe stato così toccante».

Per la sezione «Film d’artista» conquista il titolo Miglior Film «Parking Paradise» di Furio Ganz, «per aver saputo raccontare in maniera chiara il rapporto tra l’essere umano e natura, attraverso un accurato accostamento visivo che compone la struttura narrativa di questo lavoro, lasciando spazio alla libera interpretazione dello spettatore. Le immagini fluttuano tra gli animali nello zoo e la vita della città di Berlino, creando un anello di congiunzione tra i due elementi, a tal punto da portare lo spettatore a chiedersi se è l’umano che osserva la natura o la natura che osserva l’umano, entrambi distanti ma legati da una precarietà comune e confinati all’interno di strutture predefinite alle quali si devono adattare. Il tutto accompagnato da un complesso lavoro di ambientazione sonora, dove l’equilibrio tra suoni e musica si amalgama alle immagini come un corpo unico».

Premio Miglior Untitled a «The Almanac - 12 Months’ Allegories» di Pasquale D’Amico. «Abbiamo deciso di premiare questo almanacco animato - scrive la giuria - per la ricchezza di cui si compone, di idee, di invenzioni, di tecniche differenti. Si percepisce senza difficoltà il lungo lavoro necessario per realizzare questi 12 brevi cortometraggi raccolti in The Almanac, così come il lavoro di ricerca e sperimentazione artistica. È un’opera difficilmente catalogabile per la sua complessità e stratificazione, che trasuda i sogni e le paure del suo autore, e che in maniera efficace le traghetta allo spettatore. Non importa quanto realmente lo si comprenda nella sua interezza, il modo migliore per guardarlo è tuffarcisi».

Quanto agli altri riconoscimenti, la menzione speciale va a «Oltre il fiume» di Luca Zambolin, «per il sussulto finale, per la grazia nella durezza, per la carezza di mano sporca. Un racconto scarno, olmiano, che ci fa compiere un esercizio di memoria e, con la sua intensa protagonista Antonia, anche un passo di futuro, nella sfida del confine, nel coraggio dell’andare». Il premio del pubblico (il lavoro più visualizzato nella tre giorni di streaming) va a «Sotto lo stesso sole» di Cristina D’Eredità e Mariantonietta Bagliato, che si aggiudica anche il premio della Giuria Giovani (per la sezione film d’artista); tra i cortometraggi, i giovani giurati dell’Accademia Cinema Ragazzi di Enziteto hanno scelto «Male Fadàu» di Matteo Incollu.

21/12/2020, 14:10