TFF36 - Mastandrea: "Pensavo di essere un regista diverso"

Presentato in anteprima al TFF36 il film di esordio alla regia di Valerio Mastandrea, "Ride".

"Si gioca come si vive, diceva un calciatore a cui sono molto legato, e lo stesso credo si possa dire di come si recita e si dirige", spiega Mastandrea. "In questo film c'è tanto di mio, non solo il tono ma anche tutte le mie contraddizioni umane. Il nostro è un mestiere che ti permette di entrare tanto in contatto con te stesso".

L'idea del film, scritto con Enrico Audenino, nasce dalla volontà di "raccontare come sia difficile entrare in contatto con la naturalezza delle emozioni, che sono poi l'unica cosa che ci differenza dalle bestie. Mi interessava dare la colpa a quanto la società ci condiziona ormai anche in questi aspetti: non siamo più liberi di reagire come vogliamo".
Altro tema portante del film, la morte sul lavoro, già affrontati nel primo lavoro da regista, il corto Trevirgolaottantasette. "Siamo quasi assuefatti ormai, ritengo sia il simbolo dell'ipocrisia di una società che ne parla ma non fa nulla o quasi per fermarla. Dal 2005 a oggi, da quel corto a ora, poco o nulla è cambiato purtroppo...".

"Pensavo che sarei stato un regista diverso, lo ammetto: ero teso, arrabbiato, dicevo ai miei attori come avrebbero dovuto recitare le battute. A un certo punto Renato Carpentieri mi ha fermato e mi ha detto: . Ho capito che l'attore non è solo un mezzo ma può essere anche un veicolo, che accompagna il regista dove vuole andare".

Chiara Martegiani, compagna del regista e protagonista del film, spiega poi come sia stato difficile "trovare il giusto equilibrio per interpretare il ruolo, il personaggio aveva tanto in comune con Valerio, conoscendolo così bene ho potuto riconoscerlo in Carolina e quindi interpretarla meglio. Inoltre, ho potuto rompere molto le scatole per avere dettagli su di lei, anche prima di iniziare a girare... poi sul set mi è venuto semplice separare i ruoli, devo ammettere".

27/11/2018, 12:35

Carlo Griseri