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IL CRIMINE NON VA IN PENSIONE - La truffa, la commedia...


Esordio di Fabio Fulco alla regia in una commedia criminale dai toni farseschi con un gruppo di anziani che si dà al crimine per risolvere un problema economico. Con Stefania Sandrelli, Ivano Marescotti, Gianfranco D'Angelo, Gisella Sofio, lo stesso Fabio Fulco, Orso Maria Guerrini e la partecipazione di Franco Nero e Maurizio Mattioli. In sala dal 15 giugno in 80 sale


IL CRIMINE NON VA IN PENSIONE - La truffa, la commedia...
"Il Crimine non va in Pensione" di Fabio Fulco
STAGIONE ESTIVA
Prosegue la stagione della buona volontà. Qualche idea, molta voglia di fare, tanta disponibilità per mettere in piedi film che fanno sorridere, qualche volta riflettere ma spesso non riescono a raggiungere quel livello che arriva a soddisfare il pubblico.

È il caso di "Il crimine non va in Pensione" diretto da Fabio Fulco, attore di fiction seriale, e scritto da Fabrizio Quadroli che malgrado un’idea vincente si incarta da solo con una trama complicata e una rapina così difficile da mettere in atto da rendere tutto improbabile, costringendo regista e attori (non tutti) a scivolare dalla commedia alla farsa.

TRAMA
Un gruppo di anziani di una casa di riposo decide di mettere in atto un furto ai danni di una sala Bingo, per poter aiutare un’ospite a superare i suoi problemi economici. Tanti personaggi, storie personali, strane e divertenti abitudini e curiosi vizi si integrano per costruire una storia con molte citazioni cinefile e qualche “déjà vu” spaziando tra “I soliti ignoti” e la serie Ocean’s.

INTERPRETI
Purtroppo, malgrado le potenzialità di una generazione di attori over 65, non tutti sono all’altezza della situazione con la vecchiaia che, per il personaggio, sembra più un intralcio che una caratteristica accattivante. Su tutti c’è, come spesso accade, Maurizio Mattioli, sfasciacarrozze e ladro esperto in casseforti, che con la sua inseparabile gallina bianca riesce a disegnare un personaggio simpatico e ricco di umana credibilità.

REGIA
Un debutto, questo di Fulco, non semplice come sembra e proprio per questo non sempre perfetto. Qualche difficoltà nelle scene di gruppo che si alternano tra statiche, tutti fermi nel quadro, e caotiche, con la macchina a mano che, dentro alla scena, passa da un primo piano all’altro. Uno stile molto televisivo con il racconto in prima persona e lo sguardo in macchina diretto allo spettatore che supera la fin troppo abusata voce narrante tanto amata dagli sceneggiatori italiani.

07/06/2017, 17:51

Stefano Amadio