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Note di regia di "Tutto può Succedere - Seconda Stagione"


Note di regia di
Ho accettato con entusiasmo l’idea di girare la seconda stagione di "Tutto può Succedere". Per me significava avere l’opportunità di riflettere sulle scelte fatte per la prima stagione e di poter mettere ancora più a fuoco un progetto costruito con molta passione.
Ho deciso di ripartire dalla naturalezza, nelle scelte di messa in scena e nelle interpretazioni di un cast di cui vado molto fiero e che ormai è una specie di vera famiglia,capace di accogliere con entusiasmo i nuovi arrivati, un attore di personalità come Alessandro Roja, il giovane e talentuoso Daniele Mariani e il sorprendente Maurizio Lastrico, che nella prima serie aveva un piccolo ruolo, e che quest’anno è uno dei nostri protagonisti, nel ruolo di Elia, l’ex marito di Sara e il padre scapestrato di Ambra e Denis.
Nel corso dei lunghi mesi di riprese di questa seconda serie, ho visto crescere e prendere consapevolezza del proprio talento i nostri giovani attori, dai fratelli de Angelis a Benedetta Porcaroli, da Roberto Nocchi alla piccola Giulia de Felici, tutti molto presenti e decisivi nel nuovo tessuto narrativo, mentre i nostri protagonisti adulti si sono ripresi la scena con naturalezza e armonia.
Non mi restava che insistere nella ricerca di un linguaggio cinematografico che esaltasse una sensazione di verità, caricare la macchina da presa sulle spalle dei miei operatori e metterli al centro della scena insieme agli attori, per raccontare ogni momento con la massima empatia.
La macchina da presa ha vissuto insieme ai personaggi, ha respirato con loro, esplorato i loro stati d’animo e ne ha accompagnato l’espressione, assecondando lo stile di regia già delineato nella prima serie. La drammaturgia più densa di questa seconda serie, ha fatto in modo che il risultato finale fosse più emozionale, senza rinunciare alla vivacità, che a nostro avviso era uno dei punti di forza della prima stagione.
Ed ora che è arrivato il momento di condividere col pubblico il risultato di questi mesi di lavoro, voglio ringraziare i miei collaboratori, il cui apporto è stato fondamentale: Gogò Bianchi e Gherardo Gossi per la fotografia, Paola Comencini per le scene, Eva Coen per i costumi, Francesca Borromeo per il casting, Alessandro Casale per la regia della seconda unità, e Alessandro Angelini che ha curato la regia delle ultime tre serate.
Lucio Pellegrini

Come sempre in casa Ferraro la vita non riposa…Galoppa!
I figli sono cresciuti, i nipoti aumentati e con loro anche i guai e le risate. Ci sono ritorni e partenze, nuovi arrivi e separazioni.
Sogni infranti e altri appena sfornati.
Il Dna è lo stesso della passata stagione; si chiama vivere e ha le sembianze di una tavolata numerosa, della gioia e del bisogno di stare insieme e, qualche volta, della necessità di trovare un posto isolato in cui stare in pace con se stessi.
Perché se la famiglia è la bussola che ci aiuta ad orientarci è altrettanto vero che a vent’anni come a quaranta, a sessanta come a cento, è bello perdere la direzione sapendo alla bisogna di poter tornare.
E’ stato un piacere ritrovare i Ferraro, prendere parte al loro quotidiano così incredibilmente simile al nostro eppure così unico.
Seguirli in punta di piedi per scoprire che un sorriso può far capolino tra le lacrime e un’emozione sincera arrivare a tradimento proprio nel bel mezzo di una risata.
Sarà per questo che amo questa serie; perché sa sorprendermi delicatamente.
Il pregio più grande di "Tutto può Succedere" è infatti quello di farci scoprire qualcosa di noi attraverso una lingua universale, quella delle relazioni umane, dei sentimenti.
In questa seconda stagione il fuoco si è ampliato, non ci si concentra più solo sui rapporti famigliari nel senso stretto del termine. Si parla di famiglie allargate, di padri di ritorno, di felicità profonde che hanno il sorriso biondo di un bambino in affidamento ma anche di relazioni uomo donna in cui (finalmente!) sono le donne a scegliere e rilanciare, a decidere.
Tra il mio ultimo giorno di set della passata stagione e il primo di questa sono passati dodici mesi. La sensazione al primo ciak è stata quella di non esserci mai perduti, segno che intimamente ho continuato a portarmi dentro tutti i personaggi; merito del cast che li ha resi così veri da renderli reali.
Al punto che ancora adesso non ho capito se sono i Ferraro ad avermi accolto in casa loro o io ad averli fatti entrare tutti qui nel petto.
Alessandro Angelini