Le donne di "7 Minuti" diretto da Michele Placido
È un film forte e ben scritto, quello di
Michele Placido. "
7 Minuti" che valgono una vita, non solo la propria, non solo quella di un'intera fabbrica, ma la vita stessa del nostro sistema.
Quello che arriva dal film è che tutto ciò che tutti i diritti ottenuti sul lavoro, costati fatica, lotte, rinunce ora, lentamente pezzo dopo pezzo, articolo 18 dopo articolo 18, ci vengono progressivamente tolti in nome della crisi e di una globalizzazione che prova in ogni modo a farci sembrare obsolete le conquiste sindacali.
E invece no, le donne di
Michele Placido, scritte insieme a
Stefano Massini, servono a mettere un punto, malfermo e zoppicante, ma deciso all'inarrestabile declino dell'idea di diritti dei lavoratori.
Il film è una sorta di
La Parola ai Giurati, con la giuria sostituita da un consiglio di fabbrica dove 11 donne dovranno decidere, per sé e per le altre 300 operaie, se accettare o meno il dictat del nuovo padrone francese. Tutto rimarrà come prima, nessun licenziamento, nessun taglio dello stipendio ma... ma un taglio di 7 minuti della pausa pranzo.
Solo 7 minuti che sembrano veramente un'inezia da accettare e chiudere lì la faccenda. Ma nel consiglio coordinato da
Ottavia Piccolo, come nella giuria presieduta da
Henry Fonda, si instilla il dubbio. E allora da un totale voto a favore della rinuncia a quei 7 minuti, si arriva a qualcosa che sembra poter bloccare il flusso della sconfitta, con un giudizio degli autori politicamente scorretto che potrebbe far riflettere senza scadere nel razzismo.
Misuratissima e perfetta
Ottavia Piccolo, maschera senza parole per la prima mezz'ora di film;
Fiorella Mannoia grande sorpresa di spontaneità e "intonazione" che sembra non aver fatto che l'attrice per tutta la vita; buona anche la performance delle altre interpreti e di
Michele Placido e Gerardo Amato, fratelli, padroni della fabbrica, anche sullo schermo.
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7 Minuti" sembra essere il film italiano più completo presentato alla
Festa di Roma e chiude al meglio il cerchio dedicato al lavoro al femminile, aperto dalla tragedia di "
Sole Cuore Amore" e proseguito con la chiave più borghese e leggera di "
Maria per Roma".
21/10/2016, 12:29
Stefano Amadio