Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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PINUCCIO LOVERO, YES I CAN - Pippo e Pinuccio


Il nuovo docu-film di Pippo Mezzapesa, prodotto da Fanfara e Vivo Film, distribuito da Microcinema. In sala dal 15 maggio


PINUCCIO LOVERO, YES I CAN - Pippo e Pinuccio
Pippo Mezzapesa racconta il sodalizio con Pinuccio Lovero, iniziato nel 2007 con "Pinuccio Lovero – Sogno di una morte di mezza estate", documentario che fece il suo approdo alla 65° Mostra del Cinema di Venezia: “Sono entrato in contatto con Pinuccio perché ha il dono dell'ubiquità a Bitonto. Lo incontrai durante un cortometraggio, “Zinanà”, e all'interno della banda che ho utilizzato per le riprese c'era lui che suonava i piatti e lo sostituii con un altro attore. Successivamente mi chiese di fare un film e, parlandoci, mi affascinò con il suo sogno di diventare custode di cimitero e quando seppi che era depresso perché a Mariotto, frazione di Bitonto, non moriva mai nessuno, pensai che fosse appropriato per un eventuale film realistico. Nel 2007 abbiamo aspettato il primo defunto che non è mai arrivato e capii che, grazie solo al suo sguardo, si poteva raccontare un tema come la morte. Dopo Sogno di una morte di mezza estate è arrivato questo secondo incontro. Mi disse che si era candidato in politica e mi chiese aiuto per avere più voti. Gli proposi così un altro film e iniziammo questa campagna elettorale insieme, seguendo quella di Nichi Vendola e mi sembrò giusto farli incontrare. Trovo bello personaggio di Pinuccio perché reale. Si cerca sempre di sdrammatizzare mantenendo l'ironia”.

Ha poi preso la parola Pinuccio Lovero, che ha spiegato: “Chiaramente io sono sempre Pinuccio, anche se ho fatto il film non è cambiato niente. Il lavoro è sempre quello, non sono visto come una star né il successo mi ha fatto montare la testa. Ho avuto proposte di film a livello locale, ma non ho accettato perché sto con Pippo. Ciò che importa è dove vivo e il mio lavoro, che mi dà da mangiare. Quando si ha a che fare con i morti non c'è mai carenza di lavoro”.

Alla domanda sul perché abbia cambiato registro poetico rispetto a Il paese delle spose infelici, film che precede questo suo ultimo, il regista ha risposto: “Io sono del parere che ogni storia ha il suo linguaggio. Ne Il paese delle spose infelici ho cercato di raccontare una storia servendomi più della finzione, qui invece c'è un linguaggio più ibrido, che utilizza elementi presi dalla cruda realtà, che vengono fusi per esaltare la realtà senza tradirla. In questo film solo alcuni momenti vengono enfatizzati, è tutto reale: dal percorso che compie Pinuccio al contesto in cui vive”.

Riguardo alla decisione di entrare in politica come consigliere comunale, Pinuccio ha commentato: “Il mio sogno era quello di spostarmi dal cimitero di Mariotto a quello di Bitonto dove c'era più lavoro. Una volta realizzato, la mia decisione di entrare in politica era dettata da una volontà di cambiamento nel mio lavoro. Ci sono veramente tante cose da sistemare e tante mancanze sulla gestione del cimitero. Non volevo candidarmi per fare l'attore ma per questi reali problemi. Quando abbiamo girato il film nessuno pensava che facessi sul serio con la campagna. Forse è per questo che ho avuto pochi voti”.

Infine, in merito alla sceneggiatura e ai personaggi che nel film si candidano insieme a Pinuccio, Pippo Mezzapesa ha chiarito: “La sceneggiatura non c'è. Sia nel primo film su Pinuccio sia in quest'ultimo c'è un canovaccio, dei punti su cui punto il discorso, ma poi ci si affida al corso degli eventi. La scrittura avviene più che altro in fase di montaggio, perché prima si cerca di raccogliere più materiali. Gli altri personaggi sono tutti reali. Ho analizzato le liste cercando i profili più adatti, ho acceso la macchina da presa e ho chiesto a ciascuno il proprio programma”.

10/05/2014, 09:54

Margherita Pucello