Claudia Gerini e Marco Giallini "Tutta Colpa di Freud"
Ci si aspettava di più dal nuovo film di
Paolo Genovese. Potenzialmente, a leggere trama e cast, c'era la speranza di trovarsi di fronte qualcosa di più originale, graffiante e in qualche modo spiazzante. Invece dopo i primi colpi la prevedibilità prende il sopravvento e lo svolgimento della storia, che ruota esclusivamente sui casi sentimentali dei personaggi, si anima di rado solo grazie alla presenza degli interpreti. Non tutti intendiamoci. I tre uomini più importanti,
Marco Giallini,
Alessandro Gassmann e Vinicio Marchioni, colgono un'ampia sufficienza per tempi comici, naturalezza e misura (Marchioni). Le interpreti femminili scontano una naturale limite, confondendo come spesso accade la commedia con la farsa; e mentre
Vittoria Puccini, malgrado occhioni e sospironi da raiuno, cerca di moderarsi con buoni risultati,
Anna Foglietta fa di tutto per "esserci", condendo ogni suo momento con una smorfia. Riesce a farne anche quando scrive un sms, come se il personaggio di quella "strana e diversa" sia sinonimo, in un paese retrogrado come il nostro, di maschera carnevalesca e sia evidente il bisogno continuo di sottolineare la propria natura differente con anormali mossette e faccette. Ma forse non è tutta colpa sua.
L'aspetto che lascia l'amaro in bocca è che "
Tutta Colpa di Freud" è ben girato, ha un'ottima fotografia e delle scene un po' "cartolinesche" ma di tutto rispetto, ma pecca nel solito aspetto del nostro cinema, la sceneggiatura. Affidarsi alle voci narranti, per un autore come Genovese che dovrebbe essere tra i top five della commedia, è veramente un grosso errore di leggerezza, una dichiarazione di scarsa considerazione del pubblico al quale è meglio raccontare a parole la storia che mostrarla con immagini, situazioni e dialoghi. Cinque belle righe lette dall'attrice di turno e ogni angolo nascosto del personaggio e della storia è reso palese e dunque poco affascinate. E qui si sente forte lo zampino di
Leonardo Pieraccioni, coautore della sceneggiatura, che ha portato in dote la sua immancabile quanto banale voce fuori campo. Per la verità anche i Vanzina la usano senza risparmio ma loro sono all'avanguardia.
"
Tutta colpa di Freud" è un film sentimentale, che piacerà alle donne e farà sorridere tanti, affrontando con superficialità argomenti interessanti e potenzialmente divertentissimi.
20/01/2014, 13:44
Stefano Amadio