Debutto nel lungometraggio per
Pippo Mezzapesa, dopo i consensi ottenuti con i corti e i documentari.
"
Il paese delle spose infelici", tratto dall'omonimo romanzo di
Mario Desiati, cavalca la
new wave del cinema pugliese, grazie ai sostegni economici locali, ma anche grazie ad autori di talento che hanno a disposizione molto materiale inedito da poter raccontare.
Il film di
Mezzapesa mostra una sua originalità nell'imprevedibilità della storia che sembra però costruita come un patchwork di altri recenti film "pugliesi". C'è l'atmosfera di periferia tarantina di "
Marpiccolo", e il contorno calcistico di "
Il Piede di Dio" e "
Come a Cassano" (cortometraggio dello stesso Mezzapesa), e i personaggi di film come "
Mio Cognato".
E' la storia di dell'amicizia tra due ragazzini e della passione per una giovane "sposa" che ha perso il futuro marito poco prima del matrimonio e che da allora vive in un suo mondo isolato e di follia. Il contorno di personaggi e situazioni, dalla malavita spicciola alla giovane squadra di calcio, è indovinato e spesso divertente, ma non troppo distante, come detto, dagli altri film pugliesi più recenti. In generale però il film funziona grazie alle capacità del regista di costruire intorno a situazioni conosciute, delle svolte di sceneggiatura, non banali o prevedibili.
29/10/2011, 11:07
Stefano Amadio