Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Ancora in protesta il mondo dell'audiovisivo italiano


A che temperatura brucia la celluloide?


Ancora in protesta il mondo dell'audiovisivo italiano
Vi è mai capitato, in un cinema dove si proietta ancora in pellicola, di vedere un fotogramma bruciato dal proiettore? Se la pellicola si ferma il calore della lampada del proiettore comincia a formare delle bolle sul fotogramma e il nastro di celluloide si spezza, bloccando così la proiezione.
In un momento in cui la protesta degli studenti e dei ricercatori arriva dentro le porte del senato e occupa molti luoghi simbolo della cultura e della storia italiana potrà sembrare magari poca cosa la protesta dei lavoratori dello spettacolo.

Lunedì 22 novembre 2010 il settore della cultura ha scioperato. La protesta è organizzata da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil per chiedere il reintegro del contributo statale (Fus), il ripristino delle agevolazioni fiscali, una legge per estenderle anche allo spettacolo dal vivo e uno stop alla delocalizzazione delle produzioni cineaudiovisive. Per un giorno teatri, cinema e sale da concerto chiuse per dare un’idea di quello che potrebbe essere il futuro. Il 24 novembre 2010 invece si è tenuta un’assemblea a Cinecittà per decidere quali saranno le sorti degli studios. Il piano di rilancio previsto dal Presidente Abete sembra soltanto una speculazione edilizia che rischia di trasformare Cinecittà in un luogo di consumo e non di produzione e il 26 novembre il tetto degli studios è stato occupato dai lavoratori seguendo la moda di questo travagliato periodo.

Questo governo ama dipingere la gente del cinema come dei parassiti di lusso, fannulloni che rubano soldi agli italiani. E’ sicuramente vero che alcuni di quelli che ora cavalcano la protesta hanno in passato razzolato malissimo ma il ministro dei beni culturali per primo dovrebbe rendere conto dei soldi pubblici usati per pagare consulenze e posti di lavoro per amici, parenti e parenti acquisiti, per non parlare poi dei premi fasulli inventati per eminenti ospiti bulgari con nutrite (da noi) delegazioni al seguito. Per essere competitivi sul mercato europeo e mondiale ci vogliono regole e arbitri che le facciano rispettare. Il governo ha ignorato grida di allarme e si è arrivati ad una paralisi istituzionale. Ma un posticino in Rai o al Centro Sperimentale di Cinematografia lo si trova sempre per un parente bisognoso (anche se incompetente). Un posto in un consiglio di amministrazione di una società pubblica lo si trova sempre per un politico trombato.

La legge sullo spettacolo dal vivo era pronta e tutte le forze politiche la volevano ma non è stata approvata. E’ stato promesso che le agevolazioni fiscali che permetterebbero al settore un po’ di respiro verranno incluse nel decreto “milleproroghe”. Peccato che sia già tardi e le produzioni cineaudiovisive come possono pianificare qualcosa sulla base di promesse?

E così, mentre raccomandati, faccendieri e papponi vari ingrassano, il paese affonda. La scuola, la ricerca, la cultura, il cinema, il teatro, i precari, aspettano con urgenza risposte che non arrivano e probabilmente non arriveranno per molto tempo. C’è la netta sensazione che si stia cercando di chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati e a nessuno interessa rimetterli dentro.
Il fotogramma si è bruciato, la pellicola si è spezzata e il proiezionista non è ancora arrivato a sistemarla perché troppo indaffarato a curare i propri interessi ad Antigua o a lucidare le proprie Autoblu. Nell’attesa potremmo fare come in "Fahrenheit 451". Dopo gli uomini-libro verranno gli uomini-film.

27/11/2010, 18:07

Daniele Malavolta