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Levanzo


Regia: Vincenzo Mineo
Anno di produzione: 2006
Durata: 20'
Tipologia: cortometraggio
Paese: Italia
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di ripresa: DV Cam
Formato di proiezione: DV, colore
Titolo originale: Levanzo

Sinossi: Fin dalle prime versioni della sceneggiatura, l’attore che veniva sull’isola per me doveva essere un artista in crisi spirituale-sentimentale-lavorativa-artistica-umana.
Ho provato a pensare ad un testo che avesse a che fare con un isola, perché magari proprio quel testo ha spinto Marcello a cercare un isola-mento per lui necessario in quel momento della sua vita. Basta con le isole sui palcoscenici!
Quell’uomo vuole un isola vera, rivuole un contatto primordiale con la Natura. Non più illusioni, né finzione, ma realtà. Così mi è venuta in mente l’isola de “La Tempesta” di Shakespeare, per cui Marcello probabilmente avrebbe dovuto interpretarne un personaggio (all’inizio Calibano, ma poi forse Prospero), ma alla fine ha deciso di “esserlo” veramente. Ora, leggendo saggi su “La Tempesta” (in particolare “Shakespeare nostro contemporaneo” di Jan Kott), tante ipotesi mi hanno stimolato a spingere in quella direzione. Ad esempio, Kott dice che se si volesse pensare ad un riferimento geografico per l’isola, dato che i nobili di Milano e Napoli nel racconto tornavano su un vascello a Napoli da Tunisi, probabilmente il naufragio nella rotta poteva essere identificato proprio in un’isola delle Egadi.
Forse Marcello ne era a conoscenza, per cui è voluto fuggire in quella direzione e proprio nell’isola delle Egadi che ha saputo essere la più selvaggia, Levanzo appunto. Oppure invece quell'isola la conosceva già, ed è andato lì perché è esattamente di quella natura e di quel silenzio che sente di aver bisogno.
Inoltre “La Tempesta” è stata scritta nei primi del Seicento, e Shakespeare era informato del fatto che proprio in quegli anni i coloni scoprivano il nuovo mondo (Virginia, le Americhe), e che nei trattati dei coloni si parlava di una natura primordiale, abitata da strani e grotteschi individui, di suoni spettrali e sconosciuti, ecc… “La tempesta” è piena di questi suoni (le “arie” di Ariel), di questa natura e di questi personaggi (indiano-calibano).
Levanzo quindi anche come nuovo mondo, nel senso Malickiano di “The new world”, un “altro mondo” dove un uomo può rifugiarsi (Marcello) e dove un altro ha scelto di vivere e può fantasticare di esserne il padrone (Saverio, il guardiano del faro, forse lui il vero Prospero).
Altri personaggi assomigliano poi a figure secondarie della Tempesta, Trinculo che è sempre ubriaco e il compare Stefano che vuole attentare alla vita di Prospero, assomigliano incredibilmente ai due cacciatori del corto!

Sito Web: http://

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