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Rosa Parolisi  (14/08/2008 @ 21:40)
Ho rivisto ieri questo film. Grande regia, con un Servillo che ha una faccia di plastica!
Claudia Verardi  (20/06/2008 @ 19:04)
Il cinquantenne Titta di Girolamo, meridionale, da otto anni abita in un'anonima camera d' albergo in Canton Ticino ed è un uomo in apparenza facoltoso, anche se non si crogiola nel lusso. La sua è un'esistenza bizzarra e solitaria, ma è evidente che l'uomo nasconde un segreto. Giorno dopo giorno, tra sigarette e interminabili silenzi, Titta si innamora della ragazza del bar dell'albergo, alla quale racconterà, in punta di piedi, pezzi della sua vita che cela un segreto terribile. Immerso in una routine atroce, come se aspettasse che qualcosa possa accadare da un momento all'altro, Titta di Girolamo consuma le sue giornate osservando il mondo circostante da solo e senza mostrare,in apparenza, l'ombra di un sentimento. La verità è che Titta è un ragioniere, ma non uno qualsiasi. È un ragioniere della mafia. Opera seconda di Sorrentino che, dopo l'ottimo L'uomo in più, si affida a una certa raffinatezza stilistica e narrativa, ma a un montaggio poco serrato che lo rende meno convincente. La prova vede invece trionfare Toni Servillo, strepitoso attore “puro” di talento, ormai da tempo affermatosi nell'Olimpo dei maggiori interpreti italiani. Il film è interessante, anche se la sceneggiatura in qualche punto è stiracchiata e viene “tirata” avanti soprattutto dalla straordinaria abilità dell'interprete principale. Va anche detto che una parte cospicua della sceneggiatura è affidata ai silenzi dello stesso protagonista, Titta di Girolamo. L'uomo che passa le sue giornate al tavolino del bar dell'hotel a fumare e ad aspettare che qualcuno, una volta al mese, gli depositi una valigia davanti alla porta della sua stanza, è, come abbiamo detto, un commercialista prestato alla mafia. Ma anche lui ha un cuore. Anche lui, in fondo, possiede una coscienza, e un'anima, e non può rimanere indenne alle conseguenze dell'amore. Alla vigilia della vecchiaia anche quel commercialista senza scrupoli cede all'idea di poter provare ancora un sentimento, di poter vibrare al pensiero di avere qualcuno. Toni Servillo, protagonista immerso in un'ironia sorniona, è attore di grande tecnica e contribuisce con mestiere alla costruzione di un film che si affida al più piccolo dettaglio, anche sonoro, come il suono di un sospiro e il fruscio del conteggio delle banconote. Le conseguenze dell'amore potrebbe essere un film di Tarantino, magari con una violenza meno mostrata ma addirittura più avvertita dallo spettatore attento.
Daniele Zingaro  (20/06/2007 @ 15:38)
Grande Toni Servillo! Non è da tutti i giorni vedere un attore come lui!
Elisabetta Grillo  (17/11/2006 @ 21:10)
Bellissimo film di storia di cronaca nera dove l' uomo riesce, per motivi dove lui crede di essere l' unica ormai ragione di vita , ad annullarsi completamente e prova ad annullare il mondo intorno a lui! Ma non è così!!! Noi non possiamo annullarci è come mettere la testa sotto terra come fanno gli struzzi, ma alla fine la realtà, è lì che ci guarda ancora più crudele che mai...Bellissimo film, mi è piaciuto ;anche se per poterlo vedere ho dovuto digerire all' inizio la voce fuori campo... Per me , Paolo Sorrentino,all' inizio di ogni film , pecca un pò , di staticità se così posso dire. Ma i film niente da dire... bello tutto,anche le musiche! Bravo Paolo Sorrentino, i premi te li meriti tutti!
Simone Pinchiorri  (10/09/2006 @ 16:55)
Un film strepitoso, bello, pulp, decadente, intrigante, elegante, drammatico con una sceneggiatura ed un'immagine nuova per una pellicola italiana.
Daniele Baroncelli  (05/09/2006 @ 02:39)
Ottimo film di Sorrentino, che si merita tutti i premi che ha vinto.

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