Fondazione Fare Cinema
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Cast

Interpreti:
Alessandro Preziosi (Don Giuseppe Diana)
Massimiliano Gallo (Antonio Esposito)
Adriano Pantaleo (Francesco)
Rosa Diletta Rossi (Mariella)
Elena Margaret Starace (Teresa Capuano)
Gianluca Di Gennaro (Carlo Esposito)
Vincenzo Pennarella (Domenico)
Antonio Pennarella (Pasquale Capuano)
Anita Zagaria (Jolanda Diana)
Luigi "Gigi" Savoia (Gennaro Diana)
Massimo De Lorenzo (Don Cassano)
Flavio Furno (Don Spagnoletti)
Francesco Procopio (Franco Aversa)
Pierluigi Cuomo (Achille De Feo)
Elena Cucci (Elena)
Antonia Truppo (Angelina)
Lidia Vitale (Assunta)
Roberto Calabrese (Salvatore)
Antonio Friello (Padre Mariella)
Mauro Marino (Vescovo Gentili)
Franco Barbero (Don Luigi)
Antonella Stefanucci (Rosa)
Rosaria De Cicco (Madre Francesco)
Bruno Tramice (Padre Francesco)
Federico Torre (Peppino)
Mariella Di Lauro (Madre Mariella)
Mario Porfito (Sannino)
Michele De Virgilio (Capitano Lanzi)
Yari Gugliucci (Saverio)

Soggetto:
Fabrizio Cestaro
Carlo Cozzolino
Francesca Panzarella

Sceneggiatura:
Fabrizio Cestaro
Carlo Cozzolino
Francesca Panzarella
Antonio Frazzi
Raffaele Sardo (consulenza)

Musiche:
Andrea Guerra

Montaggio:
Luca Montanari

Costumi:
Daniela Ciancio

Scenografia:
Mario Di Pace
Gianluca Gobbi

Fotografia:
Alessio Gelsini Torresi

Suono:
Fabio Melorio (presa diretta)

Casting:
Marita D'Elia

Organizzatore Generale:
Massimo Iacobis

Produttore RAI:
Simona Orlandini

Produttore RAI:
Filippo Rizzello

Per Amore del Mio Popolo. Don Diana


Regia: Antonio Frazzi
Anno di produzione: 2014
Durata: n.d.
Tipologia: film-tv
Genere: biografico/drammatico
Paese: Italia
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: HD, colore
Ufficio Stampa: Rai Fiction
Titolo originale: Per Amore del Mio Popolo. Don Diana

Sinossi: PRIMA PUNTATA
Don Giuseppe Diana, per tutti Don Peppe, è un sacerdote della forania di Casal di Principe, dove due famiglie, (gli Esposito e i Capuano), si affrontano senza esclusioni di colpi per il controllo del territorio. Per non tradire gli scout che vedono in lui un’alternativa al mondo che li circonda Don Peppe rinuncia all’opportunità di trasferirsi a Roma e diventa Parroco nel suo paese natale A Don Peppe viene affidato Domenico, il figlio illegittimo di Antonio Esposito, diviso tra il desiderio di far parte del mondo dei camorristi e quello di essere integrato nel gruppo dei ragazzi che fanno riferimento a Don Peppe. Don Peppe compie subito delle azioni per rompere l’omertà che lo circonda: rifiuta i soldi che gli offre un noto camorrista, organizza una fiaccolata in paese, crea in Parrocchia delle occasioni di incontro e divertimento per allontanare dalla strada il maggior numero di bambini e ragazzi. In particolare Don Peppe cerca di essere vicino a Teresa, una giovane del suo gruppo, figlia di un boss, destinata al matrimonio con un ragazzo della famiglia rivale. Don Peppe e i suoi ragazzi sono tra i primi ad affrontare i problemi degli immigrati clandestini, sfruttati dagli stessi camorristi. In un crescente clima di terrore e dolore, Don Peppe cerca di salvare Domenico da una possibile vendetta. A rimanere ucciso, innocente, in un agguato è Francesco, uno dei suoi scout più attivi. Don Peppe ferito nel profondo del suo animo, decide che occorre fare qualcosa di più incisivo e significativo. Nasce cosi il documento “In nome del mio popolo” che risuona nelle chiese di Casale la Notte di Natale. Un documento che suscita il plauso di molti cittadini, ma che porta Don Peppe ad essere riconosciuto come il nemico dichiarato della Camorra che, come sottolineato nell’omelia, procura “ il dolore a tante famiglie che vedono i loro figli finire vittime o mandanti”

SECONDA PUNTATA
Il documento letto nelle Parrocchie di Casal di Principe suscita un grande clamore e lo stesso Vescovo appoggia, con la dovuta discrezione, l’iniziativa di Don Peppe Diana. I due clan camorristi, dopo essersi combattuti, cercano di stabilire una tregua per spartire appalti e affari, primo fra tutti quello dei rifiuti. Ma non rinunciano a dare una lezione a Don Diana. La notte dell’ultimo dell’anno, mentre Don Diana e il suo gruppo festeggiano in oratorio, Carlo spara con un mitra contro la Chiesa. L’unico testimone dell’accaduto è Domenico, il suo fratellastro, che nega di aver visto qualcosa. Domenico viene convocato dal padre, il boss Antonio Esposito, che lo premia accettandolo ufficialmente nella sua famiglia. Don Diana e gli altri sacerdoti che gli sono vicino decidono di proseguire con le loro azioni e promuovono un comitato anticamorra che chiamano “liberiamo il nostro futuro”. La tregua tra le due famiglie camorriste rivali è molto fragile e riprendono i conflitti e i morti. Per dare un segno della loro forza, gli Esposito organizzano un raid con una decina di auto nel centro del paese sparando in aria con i mitra. Tra loro c’è Domenico. Don Diana si sente impotente e affronta i camorristi e Domenico portandolo nel cimitero dove sono sepolti molti ragazzi uccisi nella guerra tra bande. I Carabinieri compiono una serie di arresti che colpiscono i clan e svelano i rapporti tra camorra e politici. Questo porta allo scioglimento del Consiglio Comunale e alla decisione del medico Franco Aversa, da tempo vicino a Don Diana, di candidarsi. Don Diana appoggia apertamente la sua lista civica, mentre il Vescovo lo protegge da eventuali censure superiori. Aversa vince e sembra l’inizio di una nuova primavera. Nel frattempo in Sicilia viene ucciso Don Puglisi, anche i sacerdoti possono finire nel mirino della mafia. Quando Don Diana viene convocato dalla Procura di Napoli in seguito al pentimento di un suo amico legato a un clan, la sua esposizione è ormai massima. Don Diana raccoglie i genitori e gli amici più cari intorno a se. Vuole testimoniare a tutti il suo amore. Il 19 marzo 1994 è il giorno di San Giuseppe. Il giorno scelto per farlo tacere.

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