Sinossi *: Nicola, professore di italiano e scrittore di cose siciliane, torna da Milano in Sicilia, a Pozzallo, per svuotare la casa dei nonni venduta ad altri. Riaffiorano i ricordi di se stesso bambino in una lontana vacanza di natale, le corse in bicicletta lungo il mare che lo affascina, la scoperta del paese e della sua gente… Gente di mare, con l’orizzonte negli occhi. E la valigia che gli aveva regalato don Pitrinu, il sarto cuntastorie, custode delle storie dei velieri alla società marinara? Sta sempre li, sull’armadio della soffitta. E dentro ci sono ancora vecchie lettere legate insieme con lo spago, cartoline stropicciate, la foto in bianco e nero di un ragazzo… Nicola guarda, chi è questo ragazzo? Tornano voci che credeva di avere dimenticato, il pescatore al molo, la ragazza dei ricci, tornano ricordi e storie. “Nicola, questo ragazzo si chiamava Vanni, era nato qui a Pozzallo, quando neanche i tuoi nonni erano ancora nati… Abitava di fronte alla marina che ti piace tanto, e anche a lui ci piaceva assai il mare! Ah, era un piccolo grande uomo, Vanni! Ascoltate la voce del mare, ci diceva a tutti, è piena di storie che vanno e che vengono di notte come le onde, sotto il cielo stellato… Dietro i vetri della finestra, la luna d’inverno sfuma sul mare color d’acciaio e pare non esserci confine tra l’acqua e il cielo. Nicola esce di casa, va al molto, si siede su una vecchia barca rovesciata. Un ragazzino – il Nicola che era, o forse il Vanni dimenticato nella valigia, o tutti e due insieme – lo chiama, gli si siede accanto… L’orologio della chiesa batte dodici ritocchi, la luna adesso è solo un chiarore diffuso che trascina la storia vera e avventurosa di Giovanni Rosa detto Vanni il Siciliano… Nicola torna a casa, apre il suo portatile, comincia a scrivere.