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Carmelo Bene

01/09/1937 - 16/03/2002
Campi Salentina (LE), Italia

Carmelo Bene


Filmografia dal 2000:
2022 » doc Bene! Vita di Carmelo, la Macchina Attoriale: partecipazione
2022 » doc La' Dove Muore, Canta: partecipazione
2021 » doc Il Sommo Bene - Appunti per un Documentario: partecipazione
2020 » doc Glauber, Claro: partecipazione
2019 » doc La Parola ai Poeti: partecipazione
2017 » doc Tracce di Bene: partecipazione
2009 » doc L'Artefice Supremo: come ti erudisco il teatro: partecipazione
2000 » doc Ai Rotoli: Voce Narrante

Biografia:
Carmelo Bene nasce “nel sud del sud dei santi”, a Campi Salentina in provincia Lecce, il primo settembre 1937.
A vent’anni, dopo gli studi classici in un collegio di gesuiti, approda all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Colui che verrà considerato il più grande attore del novecento lascerà l’accademia dopo un anno, convinto della sua “inutilità”.
Nel 1959 debutta come protagonista del Caligola di Albert Camus per la regia di Alberto Ruggero.
Dopo questa esperienza, Carmelo Bene diventa regista di sé: reinventando il linguaggio teatrale, con uno stile ricercato e barocco, C.B. manifesta il suo genio di attore. Non si limita a recitare (citare una cosa) e comincia così il suo “massacro dei classici”. Di questi anni sono: Pinocchio (1961), Salomè (1964), Amleto (1961), Il rosa e il nero (1966).
Scoppia il caso Carmelo Bene: è considerato un affabulatore, un presuntuoso “massacratore” dalla critica, mentre l’intellighenzia dell’epoca (Alberto Moravia, Angelo Maria Ripellino, Ennio Flaiano e Pier Paolo Pasolini, per portare alcuni esempi) lo ritiene un genio. Un genio che si scaglia contro il teatro di testo, per un teatro da lui definito “scrittura di scena”; un teatro del dire e non del detto, perché per Bene il teatro del già detto non dice, appunto, niente di nuovo, è solo un citare a memoria parole scritte altrove, quello che Artaud, a cui Bene si ispirò, definì un “teatro di invertiti”.
Ai suoi critici Bene rispose mettendo in atto una serie di critiche alla critica, articoli, interviste televisive (in una di esse dichiarò: “Come può criticarmi chi vive il teatro due ore al giorno, io lo vivo sempre”); comprò addirittura pagine di giornale e pubblicò un libro con Feltrinelli nel 1972, L’Occhio mancante.
Anni prima, nel 1965 la casa editrice Sugar aveva pubblicato il suo romanzo paradossale Nostra signora dei Turchi, che l'anno dopo Bene metterà in scena al teatro Beat '62. Nel 1968 Nostra signora dei Turchi diventerà anche un film, che, mentre vince il premio speciale della giuria a Venezia, genererà tumulti durante la visione in alcune sale, forse per via della sua geniale "inguardabilità". Nostra signora dei Turchi, citando Carmelo Bene, “è dichiaratamente anti ’68, in dispregio non solo a quel maggio italo-gallico, ma a tutti i maggi socialmondani della Storia, in saecula saeculorum”.
Si apre la parentesi del cinema di Carmelo Bene: Capricci (1969) e Don Giovanni (1970), Salomé (1972) e Un Amleto in meno (1973). Sempre citando Bene: “Il cinema è sempre servito a spacciare storielle, ma nessuno ha mai spacciato la pellicola”.
Dopo la meteora cinematografica (che verrà ripresa, per così dire, in alcuni lavori televisivi), Bene ritorna al teatro: negli anni ‘70, egli ottiene un tangibile successo anche di pubblico mettendo in scena La cena delle beffe da Sem Benelli (1974), Amleto (1975), Romeo e Giulietta da Shakespeare (1976), S.A.D.E. (1977), Manfred da Byron (1979).
Mai si era visto interpretare Shakespeare in quel modo. Amleto/Bene ad esempio recitava le parti più importanti della pièce “buttandole via”. Carmelo Bene distruggeva l'Io sulla scena, immedesimandosi nel ruolo che voleva demolire. “Attore Artifex”, cioè attore artefice di tutto, Bene si autodefinì con un neologismo significativo: MACCHINA ATTORIALE…
Dal 1990 al 1994 Carmelo Bene è assente dalle scene: in questo periodo, come egli stesso affermerà (ritornando in pubblico nella prima delle due scandalose trasmissioni a lui dedicate dal Maurizio Costanzo Show) si è disoccupato di sé.
Per le cronache (sconfessate da Bene) dopo un lungo legame con Lydia Mancinelli, attrice dei suoi film e sua impresaria, nel 1992 Bene sposa Raffaella Baracchi, incinta di sei mesi, ex miss Italia. Raffaella Baracchi, già protagonista del film di Tinto Brass Snack Bar Budapest, fu voluta da Bene come attrice in Cena delle beffe (1989).
Dopo due mesi la Baracchi lo denuncia per botte a mezzo di sedia. La bambina che porta in grembo, fortunatamente, non patisce conseguenze. In caserma, Bene insulta i carabinieri (che lo denunciano), controquerela la moglie per “truffa, estorsione, tentato omicidio e omissione di soccorso”; infine controquerela anche l’Arma dei Carabinieri.
Nel 1995 torna sotto i riflettori e in particolare nelle librerie con la sua opera omnia, pubblicata da Bompiani nella collana I Classici (collocazione che lo confermava nella sua orgogliosa autodefinizione di essere “un classico in vita”), cui farà seguito nel 2000 il poemetto l mal de' fiori.
Muore dando “vita” ad un’incredibile ennesima rappresentazione il 16 marzo del 2002: con la bara ancora aperta, tra il dolore di pochi amici intimi e di Luisa Viglietti (donna che lo ha accompagnato, curato e accudito negli ultimi anni della sua vita) entrano in casa Raffaella Baracchi e la figlia Salomè, con tanto di avvocato.
(ultima modifica: 16/12/2011)

Sito Web: http://www.carmelobene.it