Ugo Tognazzi (Cremona 1922 - Roma 1990) iniziò a esibirsi nel varietà e facendo gavetta nelle compagnie teatrali. Non frequentò scuole di recitazione formali, ma affinò il mestiere sul palco e nella commedia. Negli anni ’50 fece coppia con Raimondo Vianello; la loro collaborazione per il varietà televisivo “Un, due, tre” (tra il ’54 e il ’59) fu uno dei massimi successi per la Rai di quegli anni.
Esordì al cinema nel 1950 con I cadetti di Guascogna di Mario Mattoli, accanto a Walter Chiari. Negli anni ’60 entrò p...visualizza tuttopienamente tra i protagonisti della “commedia all’italiana”, ma non solo: alternò ruoli comici a ruoli più drammatici o satirici, scegliendo autori-collaborazioni che ne valorizzassero la versatilità; lavorò, tra gli altri, con Marco Ferreri, Dino Risi, Luciano Salce, Alberto Bevilacqua e Bernardo Bertolucci. Girò oltre 150 film tra i quali si ricordano in particolare, La marcia su Roma (1962), Il federale (1961), La voglia matta (1962), I mostri, La grande abbuffata (1973), Amici miei (’75), Il vizietto (1978).
Non si limitò a fare l’attore: fu anche regista idi cinque film: Il mantenuto (1961), Il fischio al naso (1966), Sissignore (1968), Cattivi pensieri (1976), I viaggiatori della sera (1979). Tognazzi scrisse anche libri, specialmente legati alla gastronomia, mescolando ricordi, aneddoti, passioni personali. Uno di questi è L’Abbuffone. Storie da ridere e ricette da morire.
Tognazzi era celebre per la sua capacità di far ridere ma anche di far riflettere. Sapeva far coesistere comicità popolare e satira, caricatura e introspezione. Nella commedia all’italiana, spesso rappresentava l’italiano medio, le sue ambiguità, le sue ipocrisie, ma sempre con una dimensione molto “umana”. Il suo stile “camaleontico”, capace di passare da ruoli leggeri/comici a parti drammatiche con credibilità, è stata una delle sue caratteristiche principali.