Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰
locandina di "Pensate Domani è la Fine del Mondo"

Cast


Soggetto:
Elena Bellantoni

Sceneggiatura:
Elena Bellantoni

Montaggio:
Chiara Dainese

Fotografia:
Andrea Jose' Di Pasquale

Suono:
Davide Betterini (Presa Diretta)
Alessandro Romiti (Sound Design e Mix)

Assistente alla Regia:
Giorgia Colonna

Assistente di Produzione:
Carlotta Macchioni

Pensate Domani è la Fine del Mondo


Regia: Elena Bellantoni
Anno di produzione: 2021
Durata: 6' 33''
Tipologia: cortometraggio
Genere: arte/sperimentale
Paese: Italia
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di ripresa: 4K
Formato di proiezione: DCP, colore
Titolo originale: Pensate Domani è la Fine del Mondo

Sinossi: Il lavoro video nasce da un piccolo frammento all’interno di una scena finale del film Nostalghia del 1983 di Andrej Tarkovskij.
Il video non è solo un omaggio al regista russo ma è anche un mio tentativo di aprire una visione immaginifica, di mettere una lente di ingrandimento e costruire una nuova narrazione. In questo senso lo considero una riflessione anche sul cinema e sul ruolo dell’artista oggi, come avviene in Blow Up di Antonioni, quando il protagonista Thomas – un fotografo - trova in un frammento di una fotografia scattata, un dettaglio importante, ingrandendola. Cerco quindi procedere allo stesso modo, appropriandomi di una scritta quasi invisibile tenuta da alcuni manifestanti mentre Domenico - il protagonista di Nostalghia - si espone al mondo con il suo discorso tagliente e rivoluzionario che lo porta ad un gesto estremo: darsi fuoco in piazza del Campidoglio sulla statua del Marc’Aurelio.
Ho scelto dunque, come set per il video, la scalinata del Vignola che, a Roma, è la rampa che porta direttamente agli uffici del sindaco - studiando la stessa inquadrata del regista russo - in cui però posiziono 21 donne-animali con delle maschere da corvo. Le giovani donne sbattono all’unisono le braccia sui fianchi come se fosse un tentativo di volo ma anche un gesto di protesta è l'unico audio che sentiamo è infatti quello del corpo percosso dalla braccia/ali. Durante quest'azione consegno lentamente delle lettere di ottone tirate a lucido: il linguaggio brilla, brucia e riflette lo spazio circostante. Le “corvesse” sono simbolo di trasformazione, di un presagio importante, hanno un valore simbolico di cambiamento a cui affido la frase/frammento: PENSATE DOMANI È LA FINE DEL MONDO.
La maschera del corvo ricorda anche quella utilizzata del medico della peste, che riempiva le sua maschere con la teriaca, un composto di oltre 55 erbe e altre componenti come polvere di carne di vipera, cannella, mirra e miele per allontanare il batterio Yersinia pestis.
Emerge, quindi, un monito che sottolinea questi "tempi pandemici" che stiamo attraversando. Il linguaggio umano è codificato, sembrerebbe bloccare l’animalità, ma nel finale assumo sembianze da corvo, così, come in una coazione a ripetere ricomincia l’atto di protesta. Emerge il piano simbolico del linguaggio, un lavoro di traduzione e spostamento tra l’essere addomesticato ed il non esserlo, tra madre natura benevola che può però opporsi ai sui figli diventando selvaggia e ribelle.
La rivoluzione annunciata da Domenico che rappresenta i fragili, i cosiddetti pazzi perché esclusi dalla società imperante, prende forma attraverso il gesto performativo e la parola diviene incarnata.
Il tentativo è quello di spostare l’attenzione sul presente, sul qui ed ora in cui la "fine del mondo" diventa l’annuncio unico, necessario per prendere una nuova posizione, senza che tutto torni inesorabilmente come prima. I corpi che agiscono questa rivoluzione sono metà donne e metà animali, degli esseri mitologici che diventano messaggeri.
Così come Tarkovskij partendo da Domenico cerco di riflettere anche sul ruolo dell’arte, mi “faccio carico” di queste parole che bruciano. Echeggia qui la frase di un grande poeta performer scomparso da poco Jhon Giorno: “ you got to burn to shine” (per risplendere devi bruciare). Lontana da ogni discorso retorico o di presa di distanza co-partecipo all’azione attraverso la mia stessa trasformazione. L'ultima lettera che consegno è la "o" che come un grande buco chiude la fine del discorso.
Considero questo video, un lavoro di natura poetica – politica che mette insieme le tante anime che mi attraversano: l’amore per il cinema, l’interesse per la performance–azione, per il corpo come luogo della risoluzione dei conflitti e per il linguaggio che diventa forma e segno nello spazio. Procedo, come sempre, per stratificazioni e sottostesti che non è necessario siano espliciti. Il mio punto di partenza, il mio procedere e ragionare svelano il mio sguardo sul mondo...

Sito Web: https://vimeo.com/599148481

Note:
Al video hanno partecipato le studentesse del Triennio in Pittura e Arti Visive Giorgia Borgogno, Emanuela Esposto, Sabina Katanova, Claudia Longo, Sofia Martinoli, Irene Mattei, Daniela Pettinaro, Giulia Pistoso, Chiara Porzio, Michela Rosa. Oltre a loro, hanno offerto supporto logistico gli studenti NABA Corinna Esposito, Ludovica Figura, Chiara Florido, Davide Mingolla, Ivana Moriello, Federica Russo, Silvia Santoro, Nicolò Tacmenau, Sara Telech, and Jhon Alexander Turco.

  • Festival
  • Home
    video
  • Colonna
    sonora
  • Sala e TV

Video


Foto

Notizie