Note di regia di "Transumanza" di Simone Polito
Prima di pensare a un film, penso sempre al titolo. "
Transumanza" è un termine che mi ha sempre affascinato: emana senso di libertà, movimento, ma anche violenza, anarchia, cambiamento. E’ dal matrimonio di questi termini che è nata l’idea del film: raccontare un perpetuo movimento in una strada senza uscita. Tutti i personaggi del film sono, in qualche modo, intrappolati: nel lavoro, nella società, nella famiglia, nel senso di colpa. Volevo fare un thriller senza la pornografica rappresentazione della violenza. Volevo esplorare le conseguenze, adottando un punto di vista inedito: quello di Massimo; che è un padre, un uomo, un marito, ma anche un complice. E volevo confondere, scombinare le etichette che determinano la persona comune, quelle necessarie per fronteggiare prima la società, poi il
luogo in cui uno sceglie di vivere. Ho cercato di fare un film che parlasse di femminicidio, senza però inserirvi personaggi femminili. Credo fortemente che sia il fulcro del discorso: si parla tanto di chi fa violenza, ma sempre troppo poco di chi la subisce. Il sensazionalismo è fortemente fondato su una morbosa curiosità per chi decide di sposare la violenza e quasi mai per chi la riceve, salvo speculazioni varie che ingolosiscono gli appassionati del crime. Alla fine, la narrazione stessa di un caso di cronaca, diventa quasi sempre marketing, pubblicità, intrattenimento. Io, nel mio piccolo, ho scelto di fare un film sul femminicidio da un altro punto di vista: il terzo incomodo. Il complice. Svincolandomi da vittima e carnefice, ho osservato le cose da distanza di sicurezza e ho scelto di raccontare un mondo svuotato dalle donne e popolato da maschi insicuri, incapaci di entrare in contatto con la loro sensibilità, per mancanza della stessa, per un retaggio insito nella cultura patriarcale. "
Transumanza" è quindi un film sulla sensibilità, sull’eredità paterna, sulla provincia che fa da sfondo a tutte le vicende che decido di raccontare, perché fortemente responsabile di come educa chi ci cresce.