C'E' UN POSTO NEL MONDO - Storie di vita al bivio,
nello scenario degli antichi borghi toscani.
Tre personaggi, tre luoghi, tre scelte difficili. Sono queste le coordinate del nuovo film del regista grossetano 
Francesco Falaschi, "
Cè un posto nel mondo", nelle sale dal 13 novembre 2025, distribuito dalla società fiorentina Garden Film. 
Falaschi, noto al pubblico per aver realizzato nel 2002 il film "
Emma Sono Io", nominato ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, a cui sono seguiti "
Last Minute Marocco" (2007), "
Questo Mondo È Per Te" (2011) e "
Quanto Basta" (2018) - quest’ultimo vincitore di numerosi premi internazionali, tra cui il  premio “Filmaker italiano” al Denver Film Festival - è tornato dietro la macchina da presa per realizzare un film cha fa tesoro di un’altra sua esperienza professionale, quella di docente di cinema. E’ infatti questo il mestiere che gli ha dato l’opportunità di entrare in contatto con le problematiche e i sogni dei giovani che vivono in provincia, combattuti da una parte dal richiamo dei piccoli centri nei quali sono vissuti, dall’altra dal desiderio di volare verso le grandi città e le opportunità che queste offrono.
Girato in provincia, tra Arcidosso, Santa Fiora e Castel del Piano, il film 
C’è un posto nel mondo, diviso in tre parti, racconta le vicende di Lorenzo, Cesare e Anna. Il primo (
Luigi Fedele), è uno di quei giovani italiani, ricercatori universitari, che hanno deciso di partire per andare all’estero, per approdare in una realtà internazionale che valorizza i “cervelli in fuga”. Cesare (
Daniele Parisi), è invece un insegnante di lettere che, dopo anni di docenza in provincia, ha ottenuto il trasferimento in una grande città. Ben presto, però, si renderà conto che ciò che ha costruito fino a quel giorno con i suoi studenti, è un patrimonio di valori e rapporti umani molto prezioso e da non disperdere. Infine Anna ("
Cristiana Dell’Anna") psicologa che torna in provincia per vendere la vecchia e ormai disabitata casa di famiglia. Una volta arrivata nel paese natale, Anna ritroverà le amicizie più sincere, l’amore per un luogo dell’anima, insieme al ricordo - doloroso - dato dalla perdita del fratello, morto suicida vent’anni prima.
Falaschi non delude e nel suo nuovo film mette in campo la sua professionalità di regista di esperienza, per raccontare microcosmi e storie apparentemente di nicchia, in realtà molto vicine alla sensibilità di molti: il film proietta infatti gli spettatori in una dimensione universale, quella della scelta del proprio percorso di vita, nell’eterno conflitto tra il restare e il partire, da sempre appartenuto alle antiche narrazioni orali e alla storia della letteratura.
Il film si inserisce inoltre nell’ampio dibattito sociale, che si è sviluppato a partire dal periodo post-covid, relativo all’importanza di continuare a far vivere i piccoli centri e i borghi decentrati, considerati un bene comune, grazie anche sull’utilizzo delle tecnologie digitali.
Il film, inoltre, ha il pregio di portare in primo piano volti nuovi - e già affermati - del cinema italiano, tra cui i citati "
Cristiana Dell’Anna" ("Qui rido io", "E’ stata la mano di Dio", "Mixed by Erry"), 
Daniele Parisi (che con Aronadio ha già lavorato in "Due vite per caso", "Orecchie" e il recentissimo "Per te", presentato alla Festival del cinema di Roma di quest’anno) e soprattutto il giovane e talentuoso "
Luigi Fedele", classe 1998 ("Cavalli", "Piuma", "Quanto basta") dando loro uno spazio più che meritato: attori di qualità, che sicuramente ritroveremo nella migliore produzione italiana del futuro. Buona la scrittura del film, realizzata dal regista in collaborazione con 
Alessio Brizzi  e preziosa la partecipazione di attori già noti, tra cui Cecilia Dazzi, Paolo Sassanelli e Fabrizia Sacchi.
31/10/2025, 09:40 
Elisabetta Vagaggini