Note di regia di "Stella Gemella"
Quando la commedia riesce a intercettare i temi della contemporaneità, è il genere cinematografico più potente che esista per arrivare alle persone. Quello che da subito ho trovato affascinante in Stella Gemella è la capacità di restituire uno sguardo autentico e puro sul mondo contemporaneo. In questa storia, i protagonisti si trovano ad affrontare un evento straordinario che ha pochissime probabilità di verificarsi. Eppure, quella che sembra un’enorme sfortuna, diventa un’occasione unica di crescita e di cambiamento che li scuote nel profondo, costringendo anche le proprie famiglie ad interrogarsi sul futuro e su loro stessi.
In questa storia di crisi e cambiamento, ad essere messa in difficoltà prima di tutto è la famiglia come istituzione fissa e immutabile. Non è un caso che il film sia ambientato in una classica provincia italiana, dove ancora sopravvivono certi retaggi di una cultura arcaica, bigotta e piena di pregiudizi. Stella e Achille si ritrovano quindi a fare i conti con dei ruoli preimpostati che la società, i genitori e in fondo anche loro stessi sembrano imporre e finiscono per capire con difficoltà e sofferenza che esistono diverse declinazioni di famiglia e altrettante declinazioni di felicità. Il film si offre come una provocazione per mettere insieme due mondi che convivono nella nostra penisola, ma che sembrano non comunicare affatto. In una continua lotta tra i sessi, ad uscirne sconfitti sono tanto le donne quanto gli uomini, ognuno con le sue fragilità, in cerca di nuove soluzioni che la società non ha ancora immaginato per loro.
Trovo che questo film sia una sfida irrinunciabile proprio per la sua capacità di riflettere, come solo certe commedie sanno fare, sui contrasti e le storture del nostro tempo, in modo ironico e amaro allo stesso tempo.
Mi piace definirla una “commedia neorealista”. Apparentemente un ossimoro, un risultato per nulla scontato e che ora, vedendo il film, posso dire in qualche modo di aver raggiunto. Sicuramente partendo da una scrittura che ha trovato un suo delicato equilibrio, ma soprattutto grazie al lavoro straordinario sia dei due giovani protagonisti sia delle due regine del cinema italiano, per la prima volta insieme.
In un momento storico in cui, come vediamo tutti i giorni, l’aggressività sembra padrona assoluta della realtà politica e sociale e la violenza sembra essere il tema più importante in grado di dare valore “artistico” alle opere cinematografiche, abbiamo in controtendenza voluto raccontare in modo delicato una presa di coscienza di due ragazzi come tanti, di una provincia che in questo caso è italiana, ma penso possa risultare universale. Stella ed Achille stanno vedendo sulla loro pelle il mondo cambiare e il rapporto fra uomini e donne (si spera) evolversi. La giovane coppia sta in qualche modo riscrivendo le regole e questa piccola storia è un augurio a farlo in armonia, con positività verso un domani in cui le donne e a maggior ragione gli uomini raggiungano una nuova consapevolezza e complicità, cambiando davvero in meglio le cose.
Scherzando, in passato ho definito questo il mio primo film di fantascienza. In un momento storico in cui si contano quasi quotidianamente episodi di violenza domestica, raccontare che con un episodio scatenante così delicato, in una provincia volutamente descritta come un luogo retrivo, la storia dei nostri protagonisti possa evolversi in una crescita così matura e consapevole, può risultare - purtroppo - poco realistico, ma averlo trattato con questo realismo penso possa davvero anticipare ed indicare una speranza, un desiderio, creare un esempio, come solo il cinema a volte è in grado di fare.
Luca Lucini