VISIONI SARDE 12 - Una generazione di talenti sardi
E’ da qualche edizione che ho il piacere di seguire il concorso per cortometraggi
Visioni Sarde, ricco ed eclettico spin off della storica manifestazione Visioni Italiane, ideata da Anna Di Martino e che si tiene a Bologna.
Visione Sarde, anno dopo anno, corto dopo corto, aggiunge tessere ad un grande mosaico che rappresenta cinematograficamente la Sardegna contemporanea. Negli atti di generosità ed in quelli di resistenza, nelle esplosioni di gioia e di forza e nelle implosioni di chiusura e diffidenza. Cortometraggi girati con diverse tecniche, svariati timbri e declinazioni drammaturgiche e stilistiche, film che talvolta raccontano il passato dell’isola ma più spesso sono quadri impressionisti del presente di una regione non solo geografica ma intesa anche come spazio dell’anima, tempo del cuore.
Visioni Sarde 2025 ha contribuito con otto nuovi cortometraggi e due documentari brevi sulla figura del valente incisore di origini sarde Renzo Romero, custode dell’antica tecnica dell’acquatinta e punto di riferimento per gli artisti della nouvelle vague romana degli anni ’60 e ’70 che si avvalevano delle preziose competente del Maestro. Indagato da due documentari brevi, "
Acquatinta" di Milla Pastorino del 1970 e "
Ricordando Romero" di Simonetta Columbu del 2025. Entrambi struggenti nell’omaggio a questo grande incisore.
Come incisori sono stati i registi che hanno partecipato a questa edizione di
Visioni Sarde ed incisive le loro opere. "
Su cane est su miu" di Salvatore Mereu, che arricchisce la poetica del regista con un racconto minimalista, apparentemente più dentro la Natura che dentro la Storia, ma che invece si fa romanzo di formazione, dagli echi Moraviani, e specchio della natura umana, talvolta spietata, talvolta resiliente, tra dominio e sopravvivenza. Un Mondo concluso, quello dei ragazzi, che anticipa e racchiude già le dinamiche del Mondo degli adulti. Un punto di vista, la cinepresa posta “ad altezza di bambino” che fu di De Sica e Zavattini e che giunge oggi alla personalità di Mereu.
Siamo invece dalle parti dell’horror di matrice giapponese per
Mamma di Matteo Martinez che trattiene il fiato dello spettatore con una suspance ben costruita per poi deviare a sorpresa su un dramma sociale in cui tutti noi, direttamente o indirettamente, siamo coinvolti. Interessante, tra sperimentazione linguistica e found footage, l’utilizzo di materiale d’archivio, "
Brigas" di Lorenzo Spinelli. Mentre echi di Ghost ma anche dell’Odissea e della discesa nell’Ade, in "
True love waits" di Simone Cicalò. Struggente storia d’amore che supera la linea d’orizzonte che divide vita e morte.
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Infanzia e gioventù di Gramsci" di Paolo Zucca ci racconta la prima parte della vita di Gramsci, in Sardegna, adottando una tecnica di animazione tra stop motion e bricolage, coinvolgente ed originale. Il film di Zucca è autosufficiente ma potrebbe porsi anche come “numero zero” per raccontare, con la stessa tecnica, divertente e didattica al contempo, altri personaggi storici. "
Ajò West" di Sara Corbioli è un brioso divertissement sui luoghi comuni dell’isola, con un approccio rivolto soprattutto ai più piccoli. "
Una faccia da cinema" di Alberto Salvucci è un divertente racconto metacinematografico sui pregiudizi sulla Sardegna. Con il ribaltamento ironico degli stereotipi, in un corto che ricorda la migliore Commedia all’Italiana o “alla Sarda”, diremmo qui.
A mio parere, la perla rara di questa edizione di
Visioni Sarde, è stato "
Vida e morti di unu maragotti" di Stefano Cau: due millenni di storia della Sardegna, nel racconto sconsolato e quasi “fantozziano” di un buffo fantasma morto in epoca romana e che ancora aleggia tra i presenti, in attesa della definitiva transustanziazione. Accolto, sopportato, ormai innocuo fantasma in Sardegna che ricorda molto il Marziano a Roma di Ennio Flaiano. Il film di Cau è semplice e geniale, come devono essere i film dei giovani autori, per poter comunicare ma anche per poter essere prodotti.
E proprio i film, come quello di Cau, sono le perle, come dicevo, che un Festival deve sperare di poter intercettare, pescare. Come ha fatto anche quest’anno
Visioni Sarde.
27/09/2025, 12:39
Raffaele Rivieccio