VENEZIA 82 - Dal laboratorio teatrale allo schermo:
"Indietro così" di Antonio Morabito
Presentato alla Notti Veneziane delle Giornate degli Autori il nuovo documentario di Antonio Morabito, “
Indietro così”, prodotto da Tony Campanozzi per Vertigo Film, in collaborazione con Cooperativa Sociale Oltre, che segue Stefano, un operatore sociale che fa teatro integrato con disabili anche psichiatrici.
“Conosco Stefano da una vita”, racconta il regista, “e in passato avevamo già collaborato a un altro documentario, “Che cos’è un Manrico”. Da allora mi sono avvicinato sempre più al suo mondo, fino a entrare nei suoi laboratori teatrali. Non mi sono mai sentito un estraneo, anzi: col tempo è stato naturale pensare a un film che fosse parte integrante del loro percorso”.
La scelta è stata quella di un approccio minimale: “Ho deciso di girare in solitaria, senza direttore della fotografia o fonico, per essere il meno invasivo possibile. La pura osservazione non esiste: una telecamera altera sempre ciò che riprende. Per questo ho cercato di trovare una distanza giusta, a volte avvicinandomi, a volte restando indietro, rispettando quella stessa sensibilità che caratterizza i laboratori di Stefano. In certi momenti si creava una vera alchimia: le persone si aprivano come se la macchina da presa non ci fosse”.
Sul rapporto con il protagonista, il regista sottolinea: “Tra me e Stefano c’è stata sintonia totale. Ci conosciamo da molto e questo mi ha permesso anche di riprovocare situazioni già vissute, senza inventare nulla, ma ricreando emozioni autentiche. È stato un tandem molto sottile”.
Non sono mancati gli ostacoli pratici: “Girare da solo è stato faticoso, soprattutto per i limiti tecnici, ma allo stesso tempo stimolante. Alla fine ho raccolto circa cinquanta ore di materiale, ridotte a un’ora e mezza. È stato un lavoro di montaggio enorme, ma al centro c’è sempre stata l’umanità: il film è fatto di scambi, di imprevisti che diventavano parte stessa del racconto”.
Sulla differenza tra documentario e finzione, aggiunge: “Io lavoro in entrambi i campi. Nei miei film di finzione porto elementi del documentario, come la macchina da presa che segue i personaggi come se non sapesse cosa accadrà. E nei documentari, a volte, ricreo situazioni già avvenute, specialmente con Stefano, che conosco così bene da invitarlo a “recitare” sé stesso. Ma sempre senza pietismo o paternalismi”.
Il titolo “Indietro così” allude a un’idea precisa: “È un invito a non considerare il progresso come una marcia lineare e obbligata. Non esistono solo obiettivi canonici, ci si può muovere in tante direzioni, anche orizzontali, trovando percorsi più appaganti”.
Quanto al futuro del film, il regista rivela: “Nanni Moretti ci ha dato una mano in post-produzione e ci sarà un’anteprima a Roma, al Nuovo Sacher, verso metà ottobre. La distribuzione non è ancora definita, ma so che il produttore Tony Campanozzi sta pensando anche a un percorso nelle scuole. Questo ci rende molto felici: siamo solo all’inizio, ma già la calda accoglienza del pubblico di Venezia è stata una grande soddisfazione”.
07/09/2025, 11:32