VENEZIA 82 - Il Premio Pietro Bianchi a Antonio Capuano
Va quest’anno al regista
Antonio Capuano il prestigioso
Premio Pietro Bianchi, riconoscimento che i Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) consegnano tradizionalmente al Lido ad una personalità eccellente del cinema italiano. Assegnato da sempre d’intesa con la
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica il ‘Bianchi’ 2025 - quest’anno alla sua 48.ma edizione - è un omaggio che la stampa cinematografica dedica a Capuano, insieme alla Mostra 82 diretta da Alberto Barbera, in occasione della presentazione del suo ultimo film, "
L’isola di Andrea". Il Premio sarà consegnato in Sala Giardino la sera di Venerdì 5 Settembre proprio in occasione della proiezione speciale del film e dell’incontro con il regista previsto al termine.
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Antonio Capuano ha saputo conservare intatto, nel tempo, il suo sguardo acuto e dissacrante su un mondo spesso dilaniato da dolore, ingiustizia e infelicità” si legge nella motivazione dei Giornalisti Cinematografici. “
Un mondo dove, però, è sempre possibile, per chi ne è capace, scorgere lampi di bellezza, tracce di umana pietà, ipotesi di ribellione. La sua lezione, così libera e potente, incanta anche i più giovani, che nei suoi film si ritrovano per naturale affinità e tutti quelli che, come dice l’attore che lo interpreta nel film di Paolo Sorrentino è stata la mano di Dio (“non ti disunire”), sanno cosa voglia dire mantenersi aderenti alla propria natura umana, al proprio essere più autentico e profondo. Sempre dalla parte dei bambini, come accade anche nel suo ultimo film, fuori concorso al Lido, Antonio Capuano non ha mai smesso, pur nei momenti più difficili, di giocare e di mettersi in gioco. Sul set, dietro la macchina da presa, nella costruzione delle sue opere, negli incontri con gli studenti e con i suoi collaboratori. Per creare, per lavorare, per riflettere, ma anche, semplicemente, per strappare un fiore oppure per fare una nuotata nel suo mare. Un regista senza censure e senza ipocrisie celebrato da Paolo Sorrentino che proprio ne "La mano di Dio" ha voluto ricordare quanto il suo incontro con lui sia stato un autentico colpo di fulmine con il cinema. Come nel film lo sprona a farlo (“’a teni ‘na cosa a ricere?) nella vita gli ha consegnato il suo ‘credo’ di libertà e amore per la verità: “Mi piace inventarmi, perché la bellezza è pure inventarsi la vita, no? E come la vita, così si inventa un film!”
22/08/2025, 15:04