CANNES 78 - Anac: “Per i francesi il cinema
non è mai terreno di scontro politico”
L'
Associazione Nazionale Autori Cinematografici, presente al
Festival di Cannes per la lettura del Manifesto dei cineasti europei e per applaudire "
Fuori" di Mario Martone, presentato in Selezione ufficiale, nel constatare che le politiche del cinema in Francia non sono soggette alle alternanze politiche e non diventano mai motivo di scontro tra i partiti, auspica che le recenti polemiche sorte intorno alle regole sul credito d'imposta siano accantonate e si avvii una nuova fase di confronto per scegliere gli strumenti migliori per un utilizzo sostenibile e equilibrato delle risorse pubbliche.
Per avviare un confronto costruttivo tra tutte le parti interessate, pubbliche e private, si deve ripartire dalla condivisione di alcuni punti fondamentali:
1. Dopo il lungo periodo di politiche orientate al sostegno delle piattaforme e dei grandi network della produzione, bisogna ridare dignità e ascolto, in primis, alle imprese di produzione italiane di piccole e medie dimensioni. Servirebbe applicare una moratoria alle nuove regole Tax Credit per i film con un budget inferiore ai 3 milioni.
2. Lo sfruttamento e la diffusione delle opere e dei prodotti finanziati con i contributi pubblici devono essere sottoposti a una cronologia che consenta a tutta la catena di recuperare gli investimenti, impedendo che finestre brevi privilegino principalmente la programmazione delle piattaforme.
3. Il credito d'imposta per attrarre le produzioni straniere, che in passato ha rappresentato un forte volano per l'occupazione, non può sottrarre le risorse del Ministero della Cultura destinate ai film italiani e andrebbe quindi finanziato con risorse a parte provenienti dal Mef o dal Mimit.
4. Un film, un'impresa o un gruppo di imprese, non possono ricevere un credito d'imposta illimitato. Vanno ripristinati i tetti che erano previsti dalla prima regolamentazione.
"
Da anni l'ANAC avanza proposte concrete come queste" - ha dichiarato il presidente,
Francesco Ranieri Martinotti - "
e, nella delicata situazione in cui ci troviamo, ancora prima di parlare di una nuova riforma, auspicabile sotto molti punti di vista, sarebbe opportuno convergere su pochi ma ragionevoli principi che segnino una reale discontinuità con il passato".
23/05/2025, 19:53