CANNES 78 - TESTA O CROCE?, un western italiano
È un western, ma è originale quel tanto per piacere sia agli appassionati del genere più classico sia per sorprendere un pubblico desideroso di novità. "
Testa o Croce?" Il film di
Alessio Rigo de Righi e
Matteo Zoppis, già autori di "
Re Granchio" (2021), presentato al
78° Festival di Cannes nella sezione
Un Certain Regard, è un western italiano, che sa rifarsi alla gloriosa tradizione del genere spaghetti, ma riesce a sovvertire gli schemi narrativi classici con un racconto con un pizzico di surrealismo.
Rifacendosi ad una leggenda che vuole che Buffalo Bill sulla fine dell’800 sia venuto per due volte in Italia, "
Testa o Croce?" porta il mito dei cowboy in Italia e lo metto a confronto con la tradizione nostrana dei butteri della Maremma.
Alessandro Borghi interpreta Santino, uno di questi butteri che in uno dei Wild West Show organizzati da Buffalo Bill riesce a battere i cowboy in una sfida di destrezza a cavallo. Al suo fianco
Nadia Tereszkiewicz ("
Forever Young - Les Amandiers"’ 2022; "
Mon Crime - La Colpevole sono Io", 2023) è Rosa, giovane sposa del signorotto locale, che per liberarsi del marito rude e autoritario commette un omicidio del quale però viene accusato Santino.
Rosa e Santino fuggono a cavallo, si innamorano mentre su di lui viene posta una grossa taglia. I due sognano di fuggire in America, ma Buffalo Bill, interpretato da un
John C. Reilly ormai aduso al genere western dopo l’esperienza ne "
I fratelli Sisters" (2018) di Jacques Audiard, si mette sulle loro tracce con i suoi uomini.
Tra fughe picaresche, sparatorie concitate e imboscate improvvisate contro i rivoltosi nascosti nelle campagne laziali, Rosa e Santino attraversano una campagna laziale che somiglia all’America del West più selvaggio con un esito del tutto inatteso.
"
Testa o Croce?" riesce a restituire le emozioni del genere classico alla Sergio Leone mischiando suggestioni alla "Gangster Story" di Bonnie and Clyde con una visione molto più moderna dei ruoli. Vera protagonista di questa storia infatti è Rosa, che da infelice moglie sottomessa riesce a riappropriarsi della propria indipendenza prendendo il sopravvento anche sul mito. Santino, lungi dal rappresentare l’eroe a cavallo dell’immaginario più classico, è invece un uomo semplice, vittima degli eventi, che si lascia condurre dall’amore per Rosa.
Rigo de Righi e Zoppis confermano la cifra che aveva distinto l’epopea di "
Re Granchio" con un film articolato e multiforme, che mantiene l’aspetto estetico del classico western lasciandosi influenzare da suggestioni e linguaggi dei più vari. Osano e riescono sorprendentemente a restituire un’opera organica, godibile e a suo modo divertente con una poetica originale e creativa sia al livello di immagini che di personaggi.
23/05/2025, 12:25
Vania Amitrano