QUINZAINE DES CINÉASTES 57 - "Enzo":
storia di un padre e di un figlio
Ideato e scritto dal
Laurent Cantet (Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2008 per "
La Classe - Entre les Murs"), ‘
Enzo’, film di apertura della Quinzaine des Cinéastes al
78° Festival di Cannes, è stato poi diretto da
Robin Campillo (già regista di "
120 Battiti al Minuto"), che dopo la prematura scomparsa del collega ne ha sviluppato il soggetto prodotto dall’italiana Lucky Red con Les Films de Pierre.
"
Enzo" vede
Pierfrancesco Favino recitare in francese nei panni di Paolo, padre di un sedicenne, Enzo appunto, interpretato da
Eloy Pohu, in conflitto con se stesso e con la società, che decide di lasciare gli studi per lavorare come muratore in un cantiere edile. Enzo è turbato dal pensiero delle guerre e della crisi climatica che affligge il mondo, ma anche da una incertezza interiore sul proprio orientamento sessuale e si sente in contrasto con l’agiatezza e lo stile di vita della propria famiglia.
Paolo, suo padre, è un professore universitario, severo ma attento alle esigenze della famiglia; si occupa con disinvoltura delle mansioni domestiche con la moglie, Marion (interpretata da
Élodie Bouchez), ingegnere che – come nota Enzo – guadagna più del marito. Il cantiere in cui lavora invece il ragazzo lavora gli presenta un mondo del tuto diverso. Gli operai che faticano duramente vengono anche dall’Ucraina, fuggiti per non combattere una guerra che non sentono appartenere a loro, e nelle loro parole si percepisce una visione della società meno aperta alla parità e meno inclusiva.
Enzo è confuso, pressato dal padre che insiste perché continui gli studi, cerca di comprendere anche che tipo di persona è anche entrando in un aperto contrasto con Paolo, che, spaventato e al tempo stesso desideroso di proteggere il figlio, non riesce a comprendere il suo stato d’animo.
Dalla scrittura di Cantet, Campillo riesco ad armonizzare i diversi e attuali temi che la storia contiene in un racconto che si sviluppa con fluidità e coerenza. Favino e il giovane Pohu incarnano in modo perfetto gli sconvolgimenti, le asie, le paure e la rabbia a cui un padre e un figlio sono sottoposti in tempi in cui è ragionevole pensare che un adolescente possa provare una profonda confusione interiore.
"
Enzo" in questo senso ricorda alla lontana un po’ "
Chiamami col tuo Nome", ma rispetto al film di Luca Guadagnino si sofferma di maggiormente sui temi più attuali legati alla società, all’educazione e alla situazione del mondo, pur mantenendo una dimensione intima ed emotiva forte, comprensibile e rispettosa, riuscendo ad offrire con piccoli ma eloquenti cenni diversi spunti di riflessione su questioni che non risolte nemmeno nell’universo degli adulti.
17/05/2025, 11:24
Vania Amitrano