IL PREZZO CHE PAGHIAMO - Le vittime italiane
della crisi climatica e ambientale
Il fatto di “sentirsi inermi” di fronte alle catastrofi idrogeologiche è l’aspetto più tragico e doloroso che emerge dai racconti delle vittime degli eventi atmosferici che vengono descritti con immagini e riflessioni ne "
ll prezzo che paghiamo", ben selezionati e montati nel documentario prodotto da Greenpeace Italia e Recommon e realizzato da FADA Collective .
Scritto e diretto da
Sara Manisera la quale ha fatto un buon lavoro raccogliendo le impressioni delle persone coinvolte, nei disastri. Ottime e molto ben studiate per l’occasione sono le musiche originali di Gianni Maroccolo (Litfiba, CCCP, Marlene Kuntz) e Ala Bianca Group Edizioni Musical, una colonna sonora che ha una sorta di calibrata ripetitività angosciante e pressante.
Lottare per recuperare una dignità calpestata, perduta e ignorata è l’obiettivo di tutti i protagonisti intervistati nel film. Chi si emoziona nel ricordare ciò che ha perduto, chi si indigna e lotta creando comitati di protesta. Il documentario ci racconta la tragedia con immagini e testimonianze delle persone che hanno subito i maggiori danni dall’esondazione in Romagna del 2023: “
C’è qualcosa che non va nell’aria” dicono i residenti che si sono visti portar via case, macchine, animali, tutti percepiscono che qualcosa è cambiato Lo stesso dicono i residenti della Basilicata che stanno monitorando le emissioni di idrocarburi emesse in gran quantità dagli impianti di estrazione di petrolio posti nel territorio lucano: bisogna continuare a controllare e a lottare per la difesa della popolazione locale che vive costretta a respirare quei gas tanto nocivi quanto invisibili.
Dai dati emersi dalle ricerche dell’IPCC (organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici) si evince che il cambiamento climatico è causato principalmente dal riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra legate alle attività antropiche. In pratica siamo noi umani che stiamo contribuendo maggiormente alla crisi climatica. Ecco i dati poco confortanti offerti dalla Manisera: dal 2004 al 2024 il cambiamento climatico ha contribuito a causare la maggior parte delle catastrofi meteorologiche più gravi, raggiungendo circa 570.000 vittime a livello globale. Questo alto livello di mortalità legata ad eventi quali alluvioni, bombe d’acqua, esondazioni, si accompagna, per contro, ai decessi dovuti alle alte temperature raggiunte e collegate alla mancanza di piogge (nell’estate 2022 circa 60.000 vittime per il caldo record solo in Europa). Dati sconvolgenti che ci permettono di toccare con mano le drammatiche conseguenze dell’innalzamento climatico. Il documentario, con le sue interviste agli attivisti di movimenti per la tutela dell’ambiente e della salute.
Nonostante i dati ufficiali inequivocabili che emergono dalle ricerche condotte nelle maggiori università del mondo e nonostante fin dagli anni Settanta sono stati diffusi i risultati degli studi sulle conseguenze delle attività antropiche climalteranti, la governance a livello globale, non ha compreso lo stato di allerta suggerito e anzi ha continuato ad attuare politiche che hanno ignorato la gravità della situazione. Oggi, questo è il prezzo che paghiamo, titolo più adeguato non poteva essere scelto. Verrà presentato in diverse città italiane a partire dal 23 maggio giorno della presentazione a Roma nell’ambito del Festival delle Terre organizzato dal Centro Internazionale Crocevia.
11/05/2025, 09:32
Silvia Amadio