FESTIVAL DEL CINEMA DEI DIRITTI UMANI DI NAPOLI 17 - I vincitori
Il 21 novembre 2025 si è conclusa la
XVII edizione Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli dal titolo “
Terre promesse, Terre rubate, Popoli senza Pace”.
Durante la serata conclusiva sono stati proclamati i film vincitori delle diverse sezioni di concorso a esclusione del Premio AMBASCIATA SVIZZERA PER LA PACE già assegnato nella serata del 13 novembre .
Premio AMBASCIATA SVIZZERA PER LA PACE
A cura della giuria Ambasciata Svizzera in Italia
Vincitore: LITTLE SYRIA di Madalina Rosca, Reem Karssli (Germania, Portogallo, Romania)
Menzione speciale Platea Diffusa
A cura della giuria Platea Diffusa.
Vincitore: ’48 - RESISTING THE BIG SETTLEMENT di 218Film Team (Grecia)
Motivazione:
Per il suo fondamentale valore di testimonianza documentaristica, in cui un “coro” di voci palestinesi, con dignità e lucidità, descrive la realtà quotidiana di occupazione, apartheid e violazione dei diritti umani in Cisgiordania, distinguendosi per aver fornito un documento che evidenzia chiaramente la natura sistemica e storica dell’oppressione subita sin dal 1948. Per la sua capacità di far luce sulla verità dei fatti invitando a una presa di coscienza critica sulla giustizia globale. Per aver saputo coniugare narrazione e denuncia senza vittimismi ma con una dignita’ condivisa fra tutti e un’indignazione che chiama direttamente in causa l’intero mondo occidentale. Il Premio Giuria Platea Diffusa va quest’anno a ’48 | RESISTING THE BIG SETTLEMENT di 218, rispondendo all’invito, forte, di Bessem Tamimi di “essere uniti, esser parte della stessa lotta…”
Premio “Mario Paciolla”
A cura della giuria “Un ponte per”, alcuni componenti del Comitato Verità e Giustizia e dei Genitori di Mario.
Vincitore: ADAS FALASTEEN di Hamdi Khalil Elhusseini e Samar Taher Lulu (Palestina)
Motivazione:
Il film “Adas Falasteen” racconta come, allo scoppio della guerra, una cucina comunitaria palestinese, Takkaya, trasformi la necessità in un atto di resistenza quotidiana. Da 1000 a oltre 30 000 pasti al giorno, Takkaya diventa un luogo dove la comunità si stringe, si sostiene e riafferma la propria umanità nonostante la devastazione.
In un contesto dove tutto viene sottratto, cucinare diventa un gesto politico e profondamente umano: un modo per proteggere la vita per rimanere uniti, per non lasciarsi piegare dalla violenza del conflitto. La storia di Takkaya è la storia di una resistenza palestinese che passa attraverso la solidarietà, la cura e la capacità di mantenere viva la dignità del proprio popolo.
Menzione speciale Arrigoni-Mehr Khamis
A cura dei selezionatori interni del Festival.
Vincitore: SHOT THE VOICE OF FREEDOM di Zainab Entezar (Afghanistan)
Motivazione:
Per aver raccontato con coraggio una storia che non può essere taciuta, affrontando grandi rischi personali pur di dare voce a due sorelle determinate a rivendicare i propri diritti nell’Afghanistan dei Taliban. Con “Shot the Voice of Freedom”, che spesso ha girato di nascosto con un iPhone, Zainab Entezar compie un atto di testimonianza necessario, trasformando la fragilità della situazione in forza narrativa e restituendo al pubblico la dignità e la tenacia di chi continua a lottare per la propria libertà.
Premio “FICC”
A cura della giuria FICC
Vincitore Human Rights Short: EKSI BIR di Ömer Ferhat Özmen (Turchia)
Motivazione:
In pochi minuti si condensa, insieme all’odore delle spezie, lo sgretolamento della sicurezza di un individuo che si sente padrone di tutto e che scopre che si è già creata una crepa nelle sue certezze. Ironico e intenso, uno squarcio di ottimismo nella possibilità di nuove convivenze.
Vincitore Human Rights Doc: OLTRE LA PELLE di Alessandra Usai (Italia)
Motivazione:
Un film che riesce a coinvolgere emotivamente, al di là dell’orrore della violenza, attraverso il dolore che provoca la violazione del corpo delle donne e il tentativo di cancellarne l’identità stessa. Tuttavia prevale, insieme all’affermazione poetica della sacralità del corpo, un messaggio di grande determinazione e resilienza.
Premio Human Rights Youth
A cura della giuria Youth.
Vincitore: RISE UP di Caterina Salvadori (Italia)
Motivazione:
Per saper mettere in luce quanto il pregiudizio razziale presente in chi lo ha subito dimostri la paura interiorizzata di non essere ancora inclusi nella società. Per ricordare che la “diversità” non deve rappresentare un pericolo, ma una ricchezza. Per la capacità di far vivere allo spettatore le emozioni dei personaggi, ovvero la vergogna di essere giudicati, la paura di non essere creduti, il peso degli sguardi altrui. Si aggiudica il Premio Youth, “Rise up” per il suo essere un invito a mettersi nei panni degli altri, a riconoscere i propri errati condizionamenti e a “sollevarsi” per fare la differenza, anche attraverso gesti semplici.
Premio Human Rights Short
A cura della Giuria Esperti (Ivan Grozny Compasso, Stefano Sbrulli, Mario Fusco Martone).
Menzione speciale: HATCH di Alireza Kazemipour e Panta Mosleh (Canada)
Motivazione:
I protagonisti di Hatch tentano di superare il confine serbo con qualsiasi mezzo: in alcuni casi la fortuna è dalla loro parte, in molti altri purtroppo no. Ma cosa ci si lascia davvero alle spalle? Quali sono le conseguenze fisiche e psicologiche che chi migra è costretto a portare con sé? Mentre le politiche internazionali si concentrano quasi esclusivamente su meccanismi e burocrazie della cittadinanza, il film ci ricorda che al di là del passaporto esistono le persone: uomini, donne, bambini e bambine, vittime di scelte politiche scellerate, che ignorano i diritti fondamentali alla vita e alla dignità.
Vincitore: CHOICE di Marko Crnogorski (Macedonia)
Motivazione:
Per la qualità tecnica, dalla fotografia alla scenografia, ma soprattutto per la potenza emotiva della messa in scena che tiene lo sguardo dello spettatore costantemente incollato a quello della protagonista. Il film affronta il tema del diritto all’aborto attraverso una realtà cruda, che non si ferma all’esperienza della protagonista negli uffici pubblici macedoni, ma si fa universale, superando qualsiasi confine politico. Un diritto che dovrebbe essere ormai acquisito e inviolabile, e che invece questo tempo storico tenta ancora di rimettere in discussione.
Premio Human Rights Doc
A cura della Giuria Esperti (Ivan Grozny Compasso, Stefano Sbrulli, Mario Fusco Martone).
Menzione speciale: L’ANGELO DI BUENOS DI BUENOS AIRES di Enrico Blatti (Italia)
Motivazione:
Enrico Blatti riporta alla luce la figura di Filippo Di Benedetto in un documentario che ripercorre mezzo secolo di storia recente, toccando temi come l’emigrazione, la resistenza alla dittatura argentina e la solidarietà internazionalista. Attraverso le preziose testimonianze di chi l’ha conosciuto, tra cui il diplomatico Enrico Calamai, emerge un ritratto fondamentale per la memoria e la storia non solo del nostro Paese.
Vincitore: MY SEXTORTION DIARY di Patricia Franquesa (Spagna)
Motivazione:
Per aver portato sullo schermo un durissimo attacco ai diritti e alla dignità della donna vissuto e raccontato in prima persona dall’autrice con un linguaggio diretto, attuale, che rompe gli schemi. Con uno sguardo originale e un linguaggio contemporaneo, la regista racconta con lucidità la dolorosa vicenda di una estorsione sessuale di cui è stata vittima. Per oltre un’ora lo spettatore viene accompagnato nello sviluppo della storia attraverso uno stile coinvolgente, che intreccia rigore narrativo e grande capacità di storytelling.
Il nostro riconoscimento vuole valorizzare il suo coraggio nel farsi carico di un racconto personale e intimo, capace di mettere in luce le falle burocratiche legate a uno dei reati in più rapida crescita nel panorama della criminalità digitale.
23/11/2025, 15:56