Note di regia di "Koinà"
Il cortometraggio "
Koinà" nasce dall'idea di esplorare l'unità del luogo in contrasto con la diversità delle azioni e dei personaggi che lo abitano, mettendo in luce l'incomunicabilità derivante dalla precarietà emotiva e lavorativa.
La messa in scena si focalizza sull'improvvisazione e la naturalezza, utilizzando la camera a mano per enfatizzare le distanze e le sovrapposizioni tra i protagonisti. I gesti condivisi evidenziano la consuetudine, ispirandosi al cinema di autori come Rohmer, Linklater, Altman o Cassavetes.
Le voci fuori campo introducono brevi riflessioni collettive, creando un effetto corale che accompagna le azioni dei personaggi, mentre l'alternanza tra giorno e notte e la struttura non lineare sottolineano la molteplicità di momenti, ritualità e ripetitività, dipingendo il ritratto di una comunità abbandonata a se stessa.
La tensione emotiva permea ogni scena, rivelando la fragilità delle relazioni umane in un contesto di incertezza e precarietà.
La ricerca della genuinità e dell'autenticità dei personaggi attraverso l'improvvisazione e
la spontaneità contribuisce a rendere il film un'esperienza visceralmente coinvolgente per
lo spettatore.
Fabrizio Cassandro