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Note di regia di "Hey Joe"


Note di regia di
"Hey Joe" è un film sulle conseguenze della guerra, sul rapporto tra Stati Uniti e Italia raccontato attraverso la relazione tra un padre e un figlio.

L’esercito alleato ci ha liberato dal Nazifascismo. Ma quando gli Angloamericani sono arrivati a Napoli nel 1943, gli italiani erano un popolo vinto e Napoli una città distrutta dalle bombe. Non c’era cibo, così Napoli si è trasformata in un gigantesco bordello. Tre libri raccontano questo: The Gallery di Norman Lewis (un ufficiale inglese), Naples ’44 di John Burns (un ufficiale americano) e La Pelle di Curzio Malaparte (ufficiale italiano durante la Seconda Guerra Mondiale).
C’era il problema della sifilide, così molti soldati, per non frequentare le prostitute, sceglievano ragazze povere: la relazione tra i militari angloamericani e le donne italiane si basava sulla fame e i sentimenti nascevano dal bisogno.
Questa è la colpa del protagonista, che porta su di sé una colpa della Storia.

E’ una storia realmente accaduta, diventata leggenda nei Quartieri Spagnoli di Napoli: un veterano americano, che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la seconda guerra mondiale, torna a Napoli all’inizio degli anni 70 per riprendersi il figlio, ma scopre che fa il contrabbandiere ed ha vissuto con un altro padre, che è un boss della malavita.

Il film è ambientato nel 1971, a Napoli c’è la Base Nato, la presenza degli Americani è ancora numerosa e la città vive di contrabbando e prostituzione.
Sta nascendo la società dei consumi: gli Stati Uniti, dopo la libertà, stanno insegnando all’Europa l’importanza della merce e il desiderio per gli oggetti, soprattutto quelli irraggiungibili, che vengono dall’altra parte dell’oceano.

Dean Barry è un uomo alla deriva, vittima della guerra e della solitudine: prova a ritrovare la sua umanità, cercando di costruire la relazione con suo figlio, di recuperare il tempo perduto, di pulire il proprio passato.
Come Ulisse ha fatto la guerra, e come lui cerca una casa dove tornare. Ma la nostalgia è l’impossibilità del ritorno: tornare in un luogo e scoprire che non esiste più, perché non ci sono più le relazioni umane che hai abbandonato. L’unica esperienza possibile è la coscienza del tempo, il riaffiorare della memoria, la contemplazione del ricordo.

Padre e figlio sono entrambi conseguenza della guerra. Questo li accomuna.
La guerra, in ogni epoca, colpisce di più chi la subisce, piuttosto che chi la fa: le donne, i figli, quelli che devono sopravvivere e trovare una possibilità di futuro dalle macerie del passato.

Claudio Giovannesi