Cos’è una casa delle donne? Cosa è stata? E cosa è ora? Cinque movimenti che articolano il film, curati ciascuno da una di noi, seguono l’anatomia di Palazzo Nardini, in Via del Governo Vecchio a Roma, un corpo-palazzo in trasformazione che porta alla luce cinque diversi apparati di quello che è stato il femminismo dentro e fuori quelle pareti negli anni ‘70 e ‘80. Puntare le telecamere dentro il palazzo è puntarle dentro noi stesse: come giovani registe e donne sentiamo la necessità di visitare, quasi clinicamente, la Storia. Con la termocamera, uno degli sguardi attraverso cui lo spettatore si immerge nelle stanze del Palazzo, vogliamo indagare e sondare questo corpo, quello del femminismo, per scoprire cosa emerge sotto la superficie. Un corpo che cambia anche nella sua fisicità proprio come il palazzo che, sottoposto oggi a lavori ristrutturazione, emergerà dal racconto della termocamera. Il dialogo tra l’oggi e le attrici della storia collettiva è reso possibile anche grazie all’archivio che diventa materia viva, plastica, che si fonde con il racconto del contemporaneo per connettere due organismi consanguinei. Non è dunque una finestra sul passato bensì un coro di stanze abitate, attraversate, un flusso che travolge e si confonde con le immagini del presente. Le immagini del passato provengono principalmente dalla ricerca svolta sul materiale fotografico di due importanti fotografe che hanno attraversato lo spazio del Governo Vecchio: Franca Zacchei e Paola Agosti. Il repertorio filmico ha giovato dei materiali di Aamod, di Rai Teche e i programmi all’avanguardia promossi dal servizio pubblico del tempo, dei filmati di Alina Marazzi (che ha raccontato il Governo Vecchio nel primo decennio del 2000), di materiale d’archivio privato di Porpora Marcasciano e di donne che hanno attraversato Palazzo Nardini ai tempi dell’occupazione. Le esperienze delle occupanti, da quelle ancora in vita alle testimonianze del tempo di diari e interviste, si mescolano alle voci dell’oggi, delle nuove case delle donne, diventando le voci di tutte. Nello specifico, il lavoro è stato reso possibile dalla collaborazione con molte e diverse realtà del territorio romano: Donne de Borgata, Lucha y Siesta, ex Occupanti del Governo Vecchio, le studentesse del Liceo Virgilio, la comunità di Alexandra, la Tenda Rossa e la doula che ne cura lo svolgimento. Ognuna di queste collettività si è fatta protagonista, per una porzione di film, fino a confluire tutte, unite, nella scena finale di compartecipata sorellanza nel corteo del 25 novembre.
Ogni movimento segue lo sguardo registico della sua autrice, accompagnato da una fotografia eterogenea che tende dei fili comuni sottesi. Un’unica direzione per un’estetica condivisa e un’immagine che risulti poliedrica declinando armonicamente le esigenze artistiche di ciascuna delle registe. Anche la colonna sonora intreccia le epoche variando in base ai capitoli, sia con brani già esistenti che originali: da canzoni pop contemporanee agli stornelli femministi del tempo, sino a composizioni ambientali create ad hoc per tessere il mood dell’immagine.
Marta Basso, Sara Cecconi, Carlotta Cosmai, Alice Malingri, Lilian Sassanelli