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La Prodigiosa Trasformazione della Classe Operaia in Stranieri" di Samir è stato presentato in maniera ufficiale al festival del cinema di Locarno e ora verrà proposto a Torino nell'ambito del festival
Lavori in Corto, alla presenza del regista. Grazie a foto di famiglia, animazioni, clip musicali e materiale d'archivio, il film racconta in modo divertente la storia dell'emigrazione dai paesi vicini verso la Svizzera.
Come è cambiata la classe operaia per arrivare ora ad essere sinonimo di "stranieri"?Come è nato il progetto, tra privato e universale?
Racconto la sensazione di passare dalla condizione del bravo ragazzo figlio di ‘poveri’ rifugiati a ‘fottuto straniero’, che corrispose anche a una trasformazione sociale e a cui ho dedicato il titolo del progetto.
Nel corso della mia ricerca sono rimasto molto colpito quando mi sono reso conto che i sindacati avevano attivamente messo ai margini i lavoratori immigranti già all'inizio degli anni Sessanta.
Con il mio film vorrei contribuire da una parte a tenere vivo il ricordo di un percorso umano, culturale e sociale che ha qualcosa di epico, per il paese da cui si parte e per quello in cui si arriva.
Nel film mette insieme molti materiali di repertorio diversi, stralci di film, immagini in motion capture e altro ancora...
Ho iniziato la mia carriera come operatore, ho quindi avuto il massimo rispetto per le immagini originali, cercando sempre di mantenere il formato voluto dagli autori. Ho anche molto amore per la scrittura come immagine, forse perché ho avuto padre e nonno calligrafi, mi hanno trasmesso il loro amore.
Perché le immagini digitali? Attraverso le tecniche del motion capture e del videogioco ho cercato di raccontare la mia storia personale attraverso immagini più coinvolgenti.
La voce narrante del lavoro è Lino Musella.
Normalmente faccio io il voice over dei miei film, ma per i ritardi ministeriali siamo arrivati lunghi con gli accordi della coproduzione italiana e ci siamo trovati strettissimi coi tempi per la partecipazione al festival di Locarno.
C'era poco tempo, parlando col produttore Gianfilippo Pedote gli chiesi un aiuto, non volevo uno speaker classico come in tv, mi interessava più qualcuno che fosse un attore, che avesse empatia, interesse per il progetto e fosse contento di esserci. Lino è anche veramente molto coinvolto politicamente, e poi è del sud, altro aspetto altro positivo: quando l'ho incontrato è diventato fan da subito del progetto, quasi un mio alter ego!
A proposito di Locarno, come è andata l'esperienza al festival?
Ho avuto risposte positive e negative. Mi spiego: in una proiezione privata pre-festival abbiamo invitato nomi attuali e storici del movimento sindacale, quelli di oggi sono quasi tutti discendenti di migranti o migranti loro stessi. Si è accesa una grande discussione, emozionante.
La proiezione al festival, invece, è andata bene ma speravo meglio, ci si è concentrati poco sulle cose per me importanti, si è parlato dell'uso della tecnica del motion capture e del videogame, ma meno del tema.
12/10/2024, 08:51
Carlo Griseri