Mentre scrivo di "
Parthenope" di Paolo Sorrentino, sono poche le ore di sonno che mi separano dalla visione del film, un'immersione magica, notturna e sognante, un'avventura visiva nella mezzanotte ieri, nella sala del cinema Principe di Firenze. L'idea di mostrare l'ultima fatica di Sorrentino nelle sale, in orario notturno e' stata azzeccata. "
Parthenope" infatti fa il sold out. C'e' stata una grandissima affluenza nei 14 cinema italiani, dove è stato programmato con un’unica proiezione di mezzanotte per un pubblico eccezionale e selezionato, fatto di giovani spettatori e di curiosi, maturi nottambuli come me. Nel paese ci sono state 4000 presenze, per circa 300 spettatori per cinema ed abbiamo la media schermo più alta (per un totale di 18 mila circa), il film di Sorrentino entra già nella Top Ten.
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Parthenope" è sicuramente il film più elaborato e denso di Sorrentino, una visione poetica e letteraria di Napoli, raccontata attraverso la vita di una sirena bellissima ed inafferrabile, interpretata da
Celeste Dalla Porta. Il film puo' essere considerato una "summa" dello stile del regista; immagini curatissime, lo stupore della bellezza e della creatività più sfrenata e anticonvenzionale. I personaggi di "
Parthenope," sono come le statue delle belle ville in cui si svolge la vicenda, sono pietrificati in un paesaggio dai colori e dalla luce abbacinante, sono fatti di memoria e dolore, come i fantasmi di amori che ci tormentano dalla giovinezza. C'e' il cameo, quasi shakespeariano e diretto benissimo, di
Gary Oldman, nei panni di un dandy scrittore alcolizzato John Cheever, che tanto fara' innamorare il pubblico straniero dai palati piu' fini. C'e
Stefania Sandrelli che interpreta Parthenope alla fine della sua carriera universitaria, con indimenticabili affacci sulle terrazze di Capri nei ricordi di amori passati e la scena finale con la barca azzurra dei tifosi del Napoli che chiude sui titoli di coda.
C'è, anche, tanto sesso in questo film, mai volgare, mai eccessivo, mai banale, un impeto fisico che diventa ricerca estetica ed esistenziale per tutti quanti, anche per lo spettatore stesso.
Paolo Sorrentino si diverte molto anche ad autocitarsi, ritorna alle atmosfere piccanti e lussuriose di the "
Young Pope", nella parte in cui Parthenope sprofonda nella sua ricerca sulfurea e peccaminosa dentro il Tesoro di San Gennaro. In quelle scene Sorrentino sfida la sua città, il suo Paese, la nostra morale e ci regala l'immagine indelebile di una Parthenope / Salome', ingioiellata, santa, sgualdrina e sacra allo stesso tempo.
Dentro questo film, ci sono sequenze che non si dimenticano, come quelle riprese laterali della protagonista, che sfreccia in canoa in un mare azzurro ed impossibile da afferrare. Sorrentino nel bene e nel male ci insegna a guardare, diventiamo tutti antropologi della realtà che ci circonda e forse dopo film così, ci sentiamo anche forse un pò più vivi. C'è tempo per dormire, la vita va vissuta e soprattutto sognata, con amore.
26/09/2024, 14:11
Duccio Ricciardelli