Si è conclusa con le premiazioni finali in piazza centrale a Santa Marina Salina la XVIIIa edizione del
SalinaDocFest, fondato e diretto da Giovanna Taviani, da quest’anno affiancata nella direzione artistica da Antonio Pezzuto.
Un concorso costituito da sei documentari, tra i migliori dell’ultimo anno selezionati da Paola Cassano, Ivelise Perniola, Antonio Pezzuto e Giovanna Taviani, sul tema Libertà Come essere Liberi. La prestigiosa Giuria per il Concorso del documentario narrativo, formata dalla regista Firouzeh Khosrovani, dal produttore Andrea Occhipinti e dalla regista e attrice Kasia Smutniak ha assegnato i seguenti premi:
Il
Premio Palumbo Editore per il Miglior Documentario a “
Bosco Grande” di
Giuseppe Schillaci, la storia di un tatuatore palermitano di 260 kg, mito della cultura punk della città fin dagli anni Ottanta. La motivazione del premio recita: “
un documentario che racconta con affetto e ironia il dolore profondo di un anomalo protagonista della scena punk palermitana degli anni ’80, le mancanze, gli eccessi e la vita di Sergione, un uomo di 250 chili che non ha mai lasciato il suo quartiere Bosco Grande. Una storia struggente raccontata con maestria da Giuseppe Schillaci, che è riuscito a creare un grande racconto che emoziona, fa riflettere e lascia il segno. Il cinema che ci piace”.
Il
Premio Media Fenix al Miglior Montaggio, realizzato da Emma Bertin, a “
La canzone di Aida” opera prima di Giovanni Princigalli, su una bambina, poi ragazza e infine donna, che vive la propria vita in un campo Rom di Bari. La motivazione del premio: “
per il modo con il quale è riuscito ad affrontare la relazione tra le riprese fatte 20 anni fa e quelli di oggi portando sullo schermo la storia di Aida, una donna emancipata e ribelle costretta dalle convenzioni ad affrontare un destino che non ha scelto. Il racconto sorprendente dall’interno di un campo rom e una telecamera che diventa parte della comunità”.
Il
Premio del Pubblico è andato a "
Vakhim", documentario di Francesca Pirani. Adottato in Cambogia a quattro anni, Vakhim arriva in Italia nel 2008. Parla solo khmer e tutto intorno a lui è sconosciuto, è un bambino solare e per adattarsi rimuove le tracce della sua breve vita che, però, non scompare del tutto. In Italia c’è Maklin, la sorella maggiore e dopo qualche anno arriva una lettera: è la madre naturale di Vakhim che chiede del figlio. Francesca e Simone, i genitori adottivi, decidono di andarla a cercare.
Durante al serata è stato assegnato il
Premio Crédit Agricole Italia al regista
Leonardo Di Costanzo per il documentario “
A scuola” e il
Premio Irritec all'attrice e regista
Kasia Smutniak, al suo esordio come regista con “
Mur”, vincitore del Nastro d’Argento come miglior documentario 2024 per il Cinema del Reale. A consegnare il Premio, Giulia Giuffrè,Consigliere d’amministrazione e Ambasciatrice della sostenibilità di Irritec, nuova Presidente dell’Associazione Salina Doc Fest Onlus, che ha sempre creduto nella forza festival e ne ha fatto proprio lo spirito con lo slogan “Irriga la terra, Irriga la cultura”. "
Il Premio Irritec 2024"- dichiara la
giulia Giuffrè nella motivazione al Premio - "
viene assegnato a Kasia Smutniak, che ha saputo raccontare la situazione dei profughi al confine tra Polonia e Bielorussia con coraggio e determinazione, toccando corde profonde nel cuore degli spettatori e ricordandoci quanto la libertà, ancora prima d'essere un diritto inalienabile, sia un istinto incomprimibile e vitale".
Nei giorni del festival sono stati consegnati altri premi. Il
Premio SIAE - Sguardi di Cinema all’opera prima di
Paola Cortellesi, "
C’è ancora domani". Il
Premio Ravesi - Dal testo allo schermo, a
Giulia Calenda, co-sceneggiatrice di "
C’è ancora domani". Il
Premio Omi-Fer, giunto al suo secondo anno, a
Claudio Bigagli, il Corrado de "
La Notte di San Lorenzo", ma anche l’umanissimo Batà dell'episodio di "
Kaos - Male di Luna". Il
Premio Dp World consegnato alla regista e sceneggiatrice
Sophie Chiarello per il film "
Il Cerchio".
La giornata di domenica 15 settembre si è aperta con l'evento speciale dedicato alla nuova sezione del festival “
Giovani e Libertà / Scuola Libera - Libertà della Scuola”, con la tavola rotonda realizzata dal titolo “
Perchè il documentario a scuola?”, moderata dalla direttrice artistica del festival Giovanna Taviani e dalla professoressa di Cinematografia Documentaria al Dams Roma Tre, Ivelise Perniola che ha visto la presenza e gli interventi di Valentina Chinnici del CIDI - Centro di iniziativa democratica insegnanti, Gaetano Calà,direttore generale del C.I.R.P.E. - Centro Iniziative Ricerche e Programmazione Economicae vice presidente dell'Associazione SalinaDocFest e Giancarlo Biscardi della Palumbo editore.
Sei i documentari in concorso in questa edizione: "
La canzone di Aida" (Canada, Francia, Italia); "
Un paese di resistenza" (Belgio, Francia, Italia) di Shu Aiello e Catherine Catella, proiettato alla presenza delle registe, sulla cittadina calabrese di Riace, che, grazie al lavoro del sindaco Domenico “Mimmo” Lucano, è stata per vent’anni un simbolo di accoglienza e di speranza. "
Lettre à ma fille depuis le pays des femmes" (Francia, Italia) di Silvia Staderoli, è il diario filmato indirizzato dalla regista alla figlia adolescente, e a tutte le adolescenti che sarà proiettato alla presenza del montatore Antonio Carola. "
Vakhim" (Italia) di Francesca Pirani, proiettato alla presenza della regista. "
Il sale nell’anima" (Italia) di Luca Noris, proiettato alla presenza del regista, è un omaggio a Renato Guttuso, nel racconto della vita di alcuni pescatori con i loro rituali quotidiani, le difficoltà, la solitudine e il senso della comunità. "
Bosco Grande" (Francia, Italia) di Giuseppe Schillaci, presentato alla presenza del regista.